sabato 2 gennaio 2010

Vacanze nel KwaZulu-Natal

Il giorno di Santo Stefano parto per Durban in compagnia di Piero e Carmen. 600 chilometri dividono la capitale finanziaria del Sudafrica da Durban, la capitale del KwaZulu-Natal, che con i suoi chilometri di costa, è la scelta naturale e più conveniente per i tanti vancanzieri che scelgono il mare.
Qui infatti è piena estate, le scuole hanno chiuso i primi di dicembre e con loro fabbriche e ditte che riapriranno solo dopo l’Epifania.
C`è una comoda autostrada che porta alla costa e nella confortevole Audi 6 di Piero sembra di essere in aereo ma bisogna stare attenti perchè la polizia stradale ha posizionato pattuglie e autovelox a tappeto. Il problema degli incidenti stradali in Sudafrica ha assunto da anni proporzioni allarmanti, soprattutto in occasioni di feste e vacanze dove lo stato pietoso di molti veicoli combinato con bevute colossali causa delle vere e proprie stragi.
Il paesaggio è variegato e riposante. Attraversiamo il Free State con le sue enorme distese di campi di grano e di girasole e arriviamo alla catena montuosa del Drakensberg che rappresenta la linea di demarcazione tra l’altopiano centrale e la zona costiera sottostante. Attraversiamo il passo di Van Rieenen a circa 1.700 metri di altezza. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Passo_di_Van_Reenen


Pioviggina ma il panorama è comunque spettacolare. Le gentili colline del KwaZulu-Natal ricoperte da una vegetazione lussureggiante, resa aluccicante dalla pioggerellina minuta, si srotolano giù verso la costa. Alcuni punti ricordano la campagna irlandese o scozzese. La dolcezza del paesaggio rende difficile pensare che qui si sono svolte alcune feroci e cruente battaglie tra Zulu, Inglesi e Boeri che hanno lasciato sul terreno migliaia di morti e che ricordano come la storia di questo bellissimo Paese sia contrassegnata da lotte laceranti e dai continui tentativi di sopraffazione di un gruppo sugli altri.
Arriviamo a Zinkwazi (80 km a nord di Durban) che è già scuro (anche se siamo in piena estate, alle 7 di sera c’è buio pesto), accolti da Craig e Vanessa e dalle loro bambine Simone e Olivia.
Il giorno dopo il tempo non è un gran che ma decidiamo lo stesso di andare in spiaggia a fare quattro passi prima di recarci a Ballito, una località turistica ad una quarantina di chilometri dove ci concediamo un pranzetto niente male a base di gamberi in padella. Il giorno dopo il sole splende in un cileo sgombro di nubi ed è quindi doveroso trascorrere la giornata in spiaggia. Il resto della settimana è una serie di brindisi ininterrotta, sulla spiaggia, nella vasca del jacuzzi, in piscina, in casa di amici di Vanessa e Craig, tutti qui su questo tratto di costa per qualche giorno di vacanza.
Per l’ultimi dell’anno il piano è quello di avere una grigliata su un tratto di spiaggia accessibile a pochi ma dopo aver acceso il fuoco comincia a piovere. Per fortuna c’è un piano B che consiste nell’invadere la grande casa al mare di Steve e Dawn , situata nel Parco Naturale che si estende sopra la spiaggia.
Il primo giorno del 2010 ci svegliamo al suono di centinaia di vuvuzela (le trombe di plastica usate negli stadi che producono un suono simile a un barrito di elefante). Il frastuono proviene dalla spiaggia dove si sanno riversando decine di migliaia di Zulu per l’annuale rito del bagno nell’Oceano il 1 di gennaio. I miei amici non sono del parere di andare a dare un’occhiata ma io sono troppo curioso e mi avvio verso il mare. Dopo pochi minuti mi si apre una vista spettacoalre: la spiaggia è un gigantesco formicaio e io sono l’unica formica bianca. Il clima è festoso e non mi sento per nulla intimorito. L’unico pericolo viene dal fatto che in queste occasioni parecchia gente beve più di quello che dovrebbe e scoppiano megazuffe in cui non è salutare venire coinvolte. Mi fermo a salutare una famiglia e a chiedere qualche spiegazione su questa giornata particolare ma ben presto il discorso va a finire sui mondiali di calcio e il fatto di essere italiano riscuote approvazioni e ammirazione. Rimango in zona un paio d’ore e gli unici visi pallidi che scorgo sono quelle dei proprietari di alcune ville i cui giardini si spingono fino alla spiaggia ma si tengono a debita distanza e ci osservano con binocoli e teleobiettivi. Forse pensano che sia impazzito o che sia uno zulu albino...
Una delle cose piacevoli delle spiagge sudafricane è che te ne puoi stare per ore tranquillo per i fatti tuoi senza l’ombra di un vucumprà, di qualcuno che ti vuole propinare un massaggio, una finta borsa Gucci, un accendino o qualsiasi altra paccottiglia che ti viene spinta sotto il naso da Rimini a Porto Cervo, da Goa alle Mauritius, da Malindi a Capo Verde. Ogni tanto passa un venditore di gelati e di bibite fresche che ti avverte della sua presenza facendo tintinnare discretamente un piccolo campanello. Ancor più sporadicamente si vedono delle donne che vendono cestini o stuoie di vimini ma sei tu che devi chiamarle se sei interessato a fare compere. Questa è civiltà! Salute!



Felice 2010 a tutti!

1 commento:

  1. ciao Claudio

    ci siamo iscritti al tuo blog o almeno ci abbiamo provato. siamo due ingegneri e quindi la tecnologia ci è ostile. Facci sapere se ci hai letto. Per sicurezza ti abbiamo mandato un'e-mail.
    Ciao. Buon Anno.

    Paolo e Marulla

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