venerdì 13 aprile 2012

Appunti di Pasqua

Pasqua è passata anche se la Chiesa ci mette a disposizione 50 giorni per approfondire i grandi misteri celebrati durante il Triduo. A proposito di quest’ultimo, ho celebrato la messa del giovedì santo nella parrocchia vicina. Cerimonia ben preparata, chiesa gremita, coro che ha cantato davvero bene. E tutti si sono fermati per la veglia di preghiera che è seguita.

Passione e pipistrelli
Il venerdì santo sono partito per il lago Kariba, il maggiore specchio d’acqua artificiale al mondo. Ho scoperto di avere un parente qui a Lusaka che ha la seconda casa sulle sponde del lago e che mi ha invitato a trascorrere Pasqua con lui e la famiglia. Appena siamo arrivati a Siyavonga, io mi sono precipitato nella chiesa del posto appena in tempo per la celebrazione della Passione del Signore. All’ingresso mi è arrivato subito sotto il naso il tipico odore di sterco di pipistrello. I solai delle chiese sono un luogo preferito per queste piccole bestiole che però, stando appese a testa in giù, fanno i loro bisogni che si accumulano sul soffitto. Per chi lo ha sniffato, l’odore non è proprio quello di mammola, per cui ho cercato di piazzarmi in un posto dove ci fosse un po’ di corrente d’aria.

Vigilia movimentata
Il giorno dopo, sabato santo, è stata una tranquilla giornata di relax , lettura, contemplazione di quello stupendo angolo di lago dove il cugino Marco ha costruito la sua casa. Verso le 4  del pomeriggio ci siamo tutti sistemati sulla barca (praticamente un salotto galleggiante a motore) e ci siamo diretti verso il centro del lago per un “sundowner”, cioè un aperitivo mentre si contempla il sole che sparisce all’orizzonte. E l’effetto è stato spettacolare perché mentre il sole tramontava, dalla parte opposta,una gigantesca luna piena emergeva dalle acque.
 Tornati a notte fatta (il sole tramonta verso le 18) Marco e famiglia si sono avviati alla cena imbandita in casa di amici e io li ho accompagnati per poi avere la macchina. Il tempo di un aperitivo e poi via! di corsa alla veglia pasquale. L’inizio è stato un po’ in sordina con una gigantesca catasta di legno che non voleva saperne di accendersi e con le centinaia di persone radunate sul piazzale che hanno cominciato a far caciara. Poi, una volta avviata la processione col cero pasquale, un folto gruppo si è avvicinato all’entrata della chiesa, tenuti a bada con difficoltà da una suora che impediva loro l’ingresso prima del tempo. A un certo punto però la massa ha rotto gli argini e la suora si è scansata in fretta per non essere trascinata via  dalla fiumana di persone che si è riversata all'interno. Da lì in poi però tutto è proceduto con ordine con il coro che si è scatenato cantando a squarciagola e ondeggiando al ritmo di una serie di tamburi percossi con veemenza e bravura da giovanotti desiderosi di sfoggiare le loro abilità. Il tutto è durato 3 ore; neanche male visto la quarantina di battesimi di adulti e la lunga liturgia della vigilia.
Baia fantasma
Per pranzo domenica abbiamo deciso di fare un picnic in una località distante un’oretta in barca ma il tentativo è (parzialmente) fallito. Da poco usciti al largo, abbiamo incrociato un motoscafo in panne che abbiamo rimorchiato al porticciolo di partenza. Ci sono stati momenti di ilarità quando Nicholas (figlio di Marco), nel tentativo di trainare il pesante scafo con un canotto leggero, per poco non è finito in acqua ma a pensarci bene c’era poco da ridere perché ci sono coccodrilli nella zona!

Alla fine abbiamo legato il motoscafo alla barca e il tutto è proceduto bene, anche se a rilento. Più di un’ora dopo siamo ripartiti di nuovo e la navigazione non ha conosciuto nessun intoppo fino a quando c’è stato da decidere se tenere la destra o la sinistra di un’isola. Le donne, che insistevano per rimanere vicino alla riva tenendo la destra, sono state zittite con l’accusa di mancanza di senso dell’orientamento, con il risultato che siamo finiti fuori rotta e abbiamo pranzato in mezzo al lago piuttosto che nella baia dove eravamo diretti. Ma il tutto si è risolto con gran risate e facendo festa alla tavola imbandita.

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