giovedì 5 aprile 2012

Buona Pasqua

Oggi comincia la solennità più importante dell’anno per i cristiani e cioè il Triduo Pasquale.  È davvero una grande festa in cui facciamo memoria e torniamo presente la sconfitta di ogni forma di tenebre e di peccato e il trionfo della vita, del perdono, dell’amore.
Quest’anno sono tornato a riflettere su quella che molti biblisti considerano la fine originale del vangelo di Marco (16,1-8)e su cui, ben 25 anni fa, scrissi la mia tesina di laurea.


E proprio meditando su questa conclusione insolita voglio farvi un augurio altrettanto “insolito”: che quest’anno le celebrazioni pasquali ci portino un po' di sana inquietudine per non rimanere “storditi” e immobili nella mente e nel cuore, e la giusta dose di timore e tremore davanti al mistero della nostra redenzione.


Spostamenti  recenti

Sudafrica  (KwaZulu-Natal)
 Viaggiare fa  parte del mio nuovo incarico a livello di ciò che nel nostro linguaggio chiamiamo Provincia (e che altro non è se non la regione dell’Africa meridionale dove siamo presenti e che comprende 4 Paesi: Malawi, Mozambico. Sudafrica e Zambia). All’inizio di marzo è arrivato da Roma Richard Nnyombi, ugandese, incaricato a livello della congregazione di coordinare le iniziative nel campo di giustizia e pace, dialogo e incontro e rispetto per il creato. Era in visita alla nostra provincia e mi è stato chiesto di accompagnarlo, cosa che ho fatto con molto piacere. Ci siamo dati appuntamento a Johannesburg  il 29 febbraio e il giorno dopo Philippe, un padre bianco belga, compagno di studi di teologia a Londra, ci ha dato un passaggio fino a Cedara, nelle verdi colline del KwaZulu Natal, a 500 km in direzione sud-est, dove abbiamo una delle nostre case di formazione per gli studenti di teologia. Abbiamo trascorso 3 giorni con la comunità, incontrando i giovani e lo staff e condividendo, seppur brevemente, le gioie , le ansie e le sfide di un simile centro. Da Cedara siamo tornati a Johannesburg in uotubus. Nel KwaZulu pioveva a dirotto, per effetto del ciclone Irina che tra l’altro aveva seriamente minacciato le coste meridionali del Mozambico prima di scaricarsi in oceano aperto.

Mozambico (Beira,  Manga e Tete)
Da Johannesburg, dove abbiamo incontrato i confratelli che vivono nell’area della grande metropoli sudafricana, siamo partiti per Beira il giorno 6 dmarzo. Sono rimasto una decina di giorni (Richard ha proseguito da solo per il Malawi) e poi sono tornato in Zambia in macchina, con tre confratelli che venivano a Lusaka per una riunione. Le giornate a Beira sono state una girandola di incontri, inviti, chiacchierate interessanti e piacevoli e dimostrazioni di profonda amicizia.
Sono anche  passato più volte dall’orfanatrofio ed è stato commovente vedere la gioia dei più piccoli che dopo un iniziale momento di sorpresa, mi hanno assediato come se non mi fossi mai allontanato. Il numero è aumentato di 4 unità e l’impresa di sfamare e di mandare a scuola più di 150 bambini/ragazzi e ragazze è sempre più ardua. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato e continuano a farlo. Anche se oramai vivo a 1000 km di distanza, cerco di fare la mia parte perché gli aiuti continuino ad arrivare e per mantenere vivo il contatto con i benefattori. Del resto chi porta avanti l’opera è suor Delfina e i suoi  collaboratori sul posto e questo dà ottime garanzie di continuità.
Sulla strada del ritorno a Lusaka (1400 km di buona strada, tranne i primi 200 che sono un autentico disastro) abbiamo pernottato a Tete, una cittadina che fino a qualche anno fa languiva sonnolenta (anche per via del caldo infernale che la contraddistingue) lungo la sponda del placido Zambesi e dove gli unici rumori erano i grugniti degli ippopotami che popolano il grande fiume. Oggi Tete ricorda le città della corsa all’oro. È una vera e propria boom town anche se l’oggetto delle brame non è il luccicante, nobile metallo ma il vile e sporco (ma utile e prezioso) carbone di cui si è scoperto, nella zona, uno dei maggiori giacimenti al mondo.

Ritorno a Lusaka

Abbiamo raggiunto la capitale dello Zambia sabato 17, dopo un viaggio di 2 giorni, lungo e a volte tedioso ma senza inconvenienti. Lunedì 19 ho aperto i lavori di un seminario a cui hanno partecipato vari nostri coordinatori di Giustizia e pace provenienti dai 4 paesi della nostra Provincia. È stata un’occasione importante per conoscerci meglio, condividere i nostri sforzi, successi e frustrazioni e per cercare di individuare delle priorità comuni

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