giovedì 5 agosto 2010

Tagliati (letteralmente) fuori dal mondo

Il silenzio prolungato è stato di natura… forzata. A metà luglio, un’imbarcazione non meglio identificata, ha tranciato di netto il cavo di fibra ottica sottomarino attraverso il quale passa la quasi totalità delle telecomunicazioni di questo paese. Questa è la versione più attendibile di un incidente già avvenuto nel passato. Purtroppo lungo le coste del Mozambico (lunghe quasi 3.000 km) c’è un via vai di imbarcazioni il cui controllo è molto approssimativo. La marina militare del Mozambico è solo virtuale e con alcune piccole imbarcazioni malridotte e a corto di combustibile non ci provano nemmeno a ostacolare i vari predoni (leggi pescherecci stranieri, soprattutto spagnoli e giapponesi) che, in barba alle leggi internazionali, saccheggiano i fondali ed entrano in zone proibite causando danni di vario tipo. La riparazione dei cavi di fibra ottica adagiati sui fondali marini è un’operazione lunga e complessa e richiede l’intervento di navi attrezzate e di tecnici preparati e quindi è andata bene che siano riusciti a ripristinare i collegamenti nel giro di una decina di giorni o poco più.

Per vedere la ragnatela di cavi che corre attorno al continente africano clicca su http://www.bbcafricaslowdown.com/wp-content/uploads/2009/03/cablemap2.jpg

Attività recenti

Gli ultimi impegni sono stati di natura intellettuale ma non solo. A giugno, nel vicino centro di Nazarè, tenuto dai Padri Bianchi, si è svolta la XV settimana teologica della città di Beira dal titolo “Una chiesa riconciliata, fermento di riconciliazione, giustizia e pace”. Non pensiamo però ad un gruppo di teologi di professione che durante una settimana si sono scervellati sull’argomento; il gruppo di partecipanti era molto eterogeneo e anche la presentazione di uno o dell’altro invitato non ha brillato per volume di ricerca o originalità di pensiero.Tutto sommato è stata un’occasione per ripensare alcuni temi proposti dal Sinodo per l’Africa realizzatosi nell’ottobre scorso e per esplorare piste di implementazione a livello locale. Al sottoscritto è stata chiesta una mattinata di sintesi e di rilancio del dibattito.

In piena zona Cesarini invece la mia partecipazione come moderatore al corso di formazione per agenti di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC) visto che i due moderatori contattati a loro tempo hanno miserabilmente e poco educatamente ritirato la loro partecipazione alla vigilia dell’inizio dei lavori. Il seminario si è svolto durante le due settimane di paralisi delle telecomunicazioni del Paese per cui sono sorte varie difficoltà logistiche. La buona volontà dei partecipanti ha però fatto sì che la sessione proseguisse senza grossi intoppi malgrado altre clamorose defaillance da parte di un paio di oratori che si sono resi uccel di bosco all’ultimo minuto.

Per quel che riguarda l’Università al momento è tutto fermo; quello che era stato concordato adesso è improvvisamente rimesso in discussione (non da me) e quindi aspetto di vederci chiaro prima di pronunciarmi in materia. Continua invece il mio interessamento e coinvolgimento nel centro per bambini senza famiglia tenuto da suor Delfina. Visto che ho abbastanza tempo, stiamo cercando di mettere per iscritto vari progetti urgenti, alcuni dei quali già anticipati su questo blog.

La suora e altre due consorelle sono state aggredite in casa loro una decina di giorni fa da quattro malviventi armati di machete e coltelli che hanno sfondato la porta durante la notte. Nessun danno alle suore ma tutto quello (poco) che c’era di valore in casa è sparito, in particolare più di 500 euro che suor Delfina aveva prelevato in banca quella mattina stessa per le necessità dei ragazzi. Attacchi di questo tipo sono purtroppo diventati abbastanza frequenti nelle zone di periferia poco o per nulla illuminate e dove la polizia brilla per la sua assenza. Anche i ladri rischiano forte però: se acciuffati vengono immediatamente giustiziati dalla folla, a volte in maniere raccappriccianti.

Difficoltà economiche

Malgrado un certo ottimismo presente in vari settori e basato sul potenziale enorme di questo Paese, le ultime settimane hanno visto una svalorizzazione della moneta locale, il metical (al momento un euro vale 48 meticais; ne valeva 43 quando sono arrivato un paio di mesi fa) contro tutte le importanti monete, dal dollaro, che qui la fa da padrone, all’euro, passando per il rand sudafricano. Sono saliti i prezzi di gas e benzina (quest’ultima è aumentata 4 volte a partire da marzo di quest’anno: all’epoca costava 23 meticais al litro, adesso 40) e, dal primo settembre, salirà quello dell’energia elettrica. Va da sé che, a causa dei rincari energetici, tutti i prodotti hanno subito dei ritocchi verso l’alto. Alcuni esperti dicono che ciò riflette l’economia reale del Paese che, anche se è cresciuta del 6,3 %, rimane comunque quello di uno Stato che riceve quasi metà del suo budget da Paesi donatori e che la banca mondiale classifica al 135º posto su 184 Paesi.

Buone Vacanze

Mentre da queste parti si dorme ancora con una copertina e l’estate non dovrebbe cominciare se non fra due o tre mesi, molti di voi saranno invece al mare, ai monti o al lago a godersi delle meritate vacanze. Vi auguro di trascorrerle bene e di ricaricare le batterie fisiche e spirituali. A risentirci su questo spazio, cavi di fibra ottica permettendo!

martedì 6 luglio 2010

50 anni di vita e d’Indipendenze
clicca sulle immagini per ingrandirle
Dall’ultima volta che ho scritto nel mio blog ho raggiunto il mezzo secolo (Grazie a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri e a cui mi sono dimenticato di rispondere). Il 30 giugno del 1960, giorno in cui l’ex Congo belga (oggi Repubblica democratica del Congo) otteneva l’indipendenza, il sottoscritto nasceva nella verdissima Valle Imagna.
Di sicuro il 1960 è stato un anno memorabile nella storia del continente africano. Oltre al Congo divennero indipendenti Benin, Burkina Faso, Camerun, Repubblica centrafricana, Ciad , Congo Brazzaville, Costa d’Avorio, Gabon, Madagascar, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia e Togo. Una data, un destino. Mio e di milioni di africani. A proposito di tutti questi cinquantesimi, delle luci e delle ombre annesse e connesse, è interessante la lettura dell’articolo di Anna Pozzi apparso sul quotidiano Avvenire di domenica scorsa (disponibile online, nell’archivio storico di www.avvenire.it)

Compleanni e pioggia

Il 30 giugno era un giorno lavorativo e io ero impegnato a seguire i lavori della 15ª Settimana teologica in vista della sintesi che mi era stata affidata. (Il tema riprendeva uno dei leit motif del Sinodo per l’Africa: La Chiesa riconciliata fermento di giustizia e di pace) per cui si è deciso di festeggiare di sabato. Fratel Franco aveva preparato un churrasco (grigliata) di prima categoria, eravamo seduti fuori nel cortile di casa nostra e avevo appena tagliato la torta quando, non immaginerete mai, ha cominciato a piovere! Una pioggerellina sottile ma persistente, da campagna inglese, che ci ha costretto per un po’ a ritirarci dentro casa.Da notare che la stagione delle piogge è finita da un pezzo. Ormai è diventato un classico. Quelli che sono venuti alla feste del mio compleanno negli ultimi anni si ricordano senz’altro le fughe precipitose in cerca di riparo sotto rovesci improvvisi al termine di giornate senza nuvole. Persino nell’assolata estate del 2003, l’unica sera in cui cadde un acquazzone coincise con la festa che avevo organizzato nel parco a Treviglio. Qui la pioggia è sempre considerata un segnale di benedizione ma francamente quest’anno ero proprio sicuro di evitarla.

Piccoli passi
Nel frattempo lo scavo del pozzo al centro dei ragazzi di strada è stato completato ma adesso bisogna costruire un piccolo bugigattolo dove sistemare al pompa al riparo delle intemperie. Vi terrò informati. Settimana scorsa ho comperato un Pajero usato (molto usato visto che è del 1991!) da un medico della Cooperazione italiana che è giunto alla fine del contratto e che sembra avere ancora un po’ di vita in sé (il Pajero, chiaro) e adesso posso terrorizzare un po’ di gente per strada e …fuoristrada!
Sto ancora imparando molte cose. Per esempio, alcune operazioni vanno velocissime (passaggio di proprietà della macchina per esempio: due giorni, costo 10 euro!) altre non hanno un tempo quantificabile-un pomeriggio, una giornata, una settimana (vedi scavo del pozzo, apertura di un conto in banca, l’acquisto di un frigo, lo stesso ritiro della posta. Da noi non c’è il postino: si va a ritirare la posta all’ufficio postale dove si affitta una casella postale. Solo che nel nuovo edificio, completato da qualche mese, le caselle sono inagibili perché non ci sono le chiavi. Quindi ci si deve mettere in fila e aspettare che venga setacciata la posta che si trova in uno stanzone. Per evitare danni al fegato abbiamo affidato l’incarico a uno dei nostri lavoratori).

venerdì 18 giugno 2010

Notizie_Novidades_News

Straniero residente

Da ieri sono ufficialmente residente in Mozambico. Ho infatti ottenuto il D.I.R.E (Documento di identità e residenza per gli stranieri) avendolo richiesto come “urgente”una quindicina di giorni fa, seguendo la via “urgente”. Il costo è di circa 40 euro, il documento è valido per 9 anni ma la residenza va rinnovata ogni anno. Naturalmente c’è anche la via “normale” ma richiede tempi lunghissimi e questo tipo di richiesta finisce, stranamente, per perdersi nei meandri burocratici dell’ufficio immigrazione. Meglio pagare qualcosa di più e andare sul sicuro.

Visita al centro di Nhangau

Settimana scorsa ho fatto la mia prima uscita con un gruppo di studenti universitari cattolici. Siamo andati a visitare un gruppo di persone anziane che vivono a una ventina di km fuori città, in un centro di accoglienza. È una specie di casa di riposo sotto forma di un piccolo villaggio. Gli anziani vivono in casette piccole e dignitose; di loro si occupa una specie di previdenza sociale che garantisce cibo, alloggio e cure necessarie. Pochi si trovano lì perché non hanno nessuno che si possa occupare di loro; la maggioranza è composta da cittadini stranieri (soprattutto zimbabweani) senza i mezzi per tornare in patria ( e chi vorrebbe tornare in Zimbabwe in ogni caso viste le condizioni in cui si trova il Paese?) e da mozambicani scacciati dalle loro famiglie perché accusati di stregoneria e quindi visti come un effettivo pericolo per la comunità.

Scopo della visita era semplicemente quello di passare alcune ore con loro offrendogli un piccolo rinfresco. Gli studenti hanno insistito perché celebrassi la messa anche se i cattolici erano una mezza dozzina in un gruppo di una sessantina di persone. Quando l’abbiamo detto ai vecchietti sono rimasti tutti al loro posto dicendo che erano contenti di pregare visto che comunque Dio è uno solo. Di fronte a questa logica disarmante non ho potuto rifiutare. Durante la predica uno degli anziani è intervenuto dicendo che era la reincarnazione di quel Figlio di Dio di cui stavo parlando. Alcuni suoi vicini lo hanno zittito in malo modo ed è stato solo durante la merenda che mi si è avvicinato di nuovo chiedendomi di compatirli perché erano dei poveri diavoli e che io ero il solo in grado di riconoscerlo per quello che era! http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/Nhangau#

Quant’è difficile scavare un pozzo

Visto che, per il momento, ho abbastanza tempo sto cercando di dare una mano a suor Delfina e al suo centro per bambini orfani (vedi http://www.pix-yu.com/zoompix/claudioafrica/wkvntbwrfu93.jpg/3/ ).

L’impresa contattata per scavare il pozzo doveva arrivare giovedì scorso, “prestissimo” secondo loro. Visto che alle 11 non c’era anima viva, li abbiamo chiamati. “Sta piovendo” è stata la loro scusa. La suora non ha battuto ciglio mentre a me prudevano già le mani. “Allora ci vediamo domani?” ha chiesto. “Sorella”- è stata la risposta-“domani è venerdì, ormai è il fine settimana”. Io vedevo rosso ma suor Delfina calma e tranquilla ha aggiunto “ allora a lunedì”. Nuova settimana e i tipi sono arrivati per portare il macchinario ma poi si sono dileguati. Martedì sono riapparsi ma avevano difficoltà a posizionare la trivellatrice perché non possedevano d un mezzo adeguato per il traino. Avendo adocchiato nelle vicinanze una scure che serve per tagliare la legna per la cucina e provando degli inquietanti istinti omicidi, ho detto a suor Delfina che avevo un impegno e di avvisarmi con un sms quando gli artisti avrebbero iniziato la loro performance. Fino a ieri tutto taceva. Gli unici che hanno fatto qualcosa sono stati i ragazzi grandi del centro che hanno scavato una canaletta per le tubazioni. Oggi è arrivato l’sms con l’avviso che l’opera era cominciata. Sono arrivato sul posto un’oretta dopo e già erano cominciati i problemi. Dei due macchinari, uno non funziona al meglio riducendo al potenza dell’altro. E domani è il fine settimana. Ahi! Ahi! Ahi! Clicca qui http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/ScavoPozzo#


Mezzi di trasporto

Sui giornali di qualche tempo fa si parlava che presto diventerà obbligatoria la revisione di tutti i veicoli. Se la cosa divenisse realtà penso che solo il 5 % dei mezzi circolante a Beira avrebbe qualche chance di poter tornare in strada. È inoltre in atto una grande campagna per promuovere la sicurezza sulle strade . Da allora ho cominciato ha prestare attenzione a tutto ciò che si muove su 4 ruote e alle varie fogge di viaggiare della gente. Qui di seguito una breve serie di quello che si vede sulle strade. http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/Mezzi_Trasporto#

Energia per i mondiali

Da quando è iniziata la coppa del mondo nel vicino Sudafrica non abbiamo più avuto dei black out prolungati, contrariamente a quello che ci aspettavamo. Anzi, stamattina la luce se n’è andata per una mezzora dopo che l’avevamo ininterrottamente dal 10 di giugno. Spiegazione? Chiunque lavori nell’equivalente dell’Enel di qui ha per lo meno un amico che ha promesso di farlo nero (a legnate) se dovesse mancare l’elettricità durante le partite. Elementare no?

martedì 1 giugno 2010

Ritorno a Beira

Carissimi,

Eccomi qui a Inhamizwa, sobborgo di Beira, dove sono arrivato giovedì scorso dopo due tappe a Lisbona e a Maputo. Ho già descritto la casa (che vedete in foto) e la sua ubicazione a suo tempo, vedi http://claudiozuccala.blogspot.com/2009/12/caldi-tropici.html

Qui vivo con due confratelli: Norbert, francese, che è il coordinatore per la Commissione diocesana di giustizia e pace e fratel Franco, l’amministratore dei Padri Bianchi in Mozambico . Mi sto installando pian piano (anche perché qui aver fretta non risolve nulla e ti procura problemi di fegato) e una delle prime cose da fare è quella di ottenere il permesso di soggiorno (D.I.R.E) prima che scada il visto di 30 giorni che viene dato (a pagamento) a chiunque entri in Mozambico. Oggi ho ottenuto la firma della funzionaria del dipartimento del culto su una delle scartoffie che domani dovrò presentare insieme ad altre all'ufficio dell'immigrazione. Poi, in una maniera molto sossegada, cioè tranquilla, l'iter farà il suo corso. In ogni caso triboliamo molto meno degli immigrati che chiedono un permesso di soggiorno da noi anche se la differenza di contesto è enorme.

Per quel che riguarda il mio inserimento nell’Università, ho già preso contatto con una suora italiana che lavora nella pastorale universitaria e stasera mi ho incontrato una mezza dozzina di giovani studenti che si danno da fare nello stesso ambito nei vari atenei. In questi giorni, tutto sommato, non ho combinato un granché perché messo KO da un potentissimo raffreddore come non ne prendevo da tempo. Se non fossi arrivato da soli 5 giorni penserei che fosse malaria (che invece richiede un minimo di 8 giorni per l'incubazione) da come mi dolgono tutte le giunture delle ossa e dalla febbriciattola iniziale.

Il tempo è decisamente fresco, niente a che vedere con il bagno turco della mia ultima visita a dicembre con Michele e Zeno. Appena arrivato giravo in bermuda e infradito e dormivo con il solo lenzuolo. Da due giorni però sto un gran bene con pantaloni lunghi, calze, scarpe, un maglioncino di cotone e una copertina di notte.

I primi tre giorni pensavo di sognare: niente tagli di corrente, internet a funzionare regolarmente anche qui a 20 km dalla città. Da tre giorni abbiamo dei black out sempre più lunghi anche se quello di oggi e di ieri erano dovuti alla manutenzione della linea che passa attorno alla nostra proprietà. Temo che con l’inizio dei Mondiali rimarremo al buio visto che il Sudafrica succhierà buona parte dell’elettricità prodotta in Mozambico e considerato che là fa freddo di questi tempi. Per non saper né leggere né scrivere ci siamo muniti di un piccolo generatore…

Ieri mattina, alle 3 di notte, è scoppiata una bomba davanti a un negozio in quella che chiamano a Baixa (la parte bassa) della città. Molti danni , tre feriti leggeri e un grosso interrogativo per ora irrisolto davanti a questo avvenimento unico nel suo genere. Non era mai successo niente di simile nemmeno durante la guerra civile.

Venerdì scorso stato a visitare il centro per i bambini di strada Santos inocentes. Ho parlato con Suor Delfina che in questi mesi ha ottenuto un preventivo per lo scavo di un pozzo nella loro proprietà in modo da poter avere libero accesso a tutta l’acqua di cui avranno bisogno, per bere, lavarsi, cucinare, fare il bucato e irrigare l’orto. Fatti due conti è sembrata la soluzione più sensata invece che pagare le multe arretrate, riallacciarsi all’acquedotto e continuare a pagare bollette. Il totale della realizzazione del progetto è di circa 123.000 meticais (il metical è la moneta nazionale: venerdì a Maputo era scambiato a 43,50 per un euro ma con la moneta unica europea un po’ ballerina negli ultimi tempi il cambio non è costante). In ogni caso il costo complessivo è per ora inferiore ai 3.000 euro. Senz’altro si andrà oltre il preventivo perché proprio negli ultimi giorni i carburanti hanno subito un ulteriore aumento (il terzo in 60 giorni!) e questo inevitabilmente porterà ad un innalzamento generalizzato dei prezzi.

In ogni modo grazie ai generosi contributi del Gruppo presepe di Pedemonte (VR) e dei miei vecchi compagni della mitica III G del Maffei abbiamo il necessario anche per fronteggiare eventuali brutte sorprese per quel che riguarda gli aumenti dei prezzi.

Se dovesse avanzare qualcosa c’è già pronta un’altra proposta (qui non si finisce mai!). Suor Delfina è riuscita a trovare i fondi per rimettere a posto il refettorio dei ragazzi che però continuano a mangiare sotto gli alberi (tranne quando piove) perché non ci sono né sedie né tavoli. Ho chiesto di fare un preventivo che vi comunicherò appena sarà in mio possesso. http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/PranzoAlCentroPerRagazziSenzaFamiglia#

Nel frattempo spero di ricevere qualche contributo anche dagli abbonati di Africa, la rivista curata da noi Padri Bianchi in Italia. Tra l’altro, se non la conoscete, potete sfogliarla on line http://issuu.com/africa/docs/africa_num3_mag-giu2010 oppure chiedere una copia omaggio http://www.missionaridafrica.org/abbonamenti.htm.

Mi fermo qui: se qualcuno vuole scrivermi per farmi delle domande o proposte sarò felice di rispondervi così come sarò contento di leggere qualsiasi cosa mi invierete.