mercoledì 5 giugno 2013

Padre Bwalya ha il suo partito



"Alleanza per uno Zambia migliore", (in inglese: Alliance for a Better Zambia, ABZ) così si chiama il nuovo partito dell'originale sacerdote diocesano Frank Bwalya. Dopo un iter un pò travagliato è stato ufficialmente registrato il 24 maggio scorso.Lo slogan della nuova aggregazione è Pa mpoto che significa "presso, sulla pentola".
Sulla pagina facebook si legge: "The ABZ is a national liberation movement. It was formed in 2013 to unite the Zambian people and spearhead the struggle for fundamental political, social and economic change." 
Il simbolo del partito è una pentola nera decorata da un nastro con i colori della nuova formazione: bianco, rosso e arancione.  

venerdì 3 maggio 2013

Father Bwalya for President?

Padre Frank Bwalya

Outspoken Catholic Priest Fr. Frank Bwalya who has been recently urged to stop critisizing the PF government in the media, has announced this morning that he’s serious about funding a new political party with him as its President. The name of the party should be revealed in the next few days.
Stamattina mentre ascoltavo una trasmissione su una delle stazioni locali, Radio Phoenix, ho sentito padre Frank Bwalya annunciare pubblicamente che, oltre alla sua campagna di “cartellini gialli” al presente governo per misfatti di vario tipo, intende fondare un nuovo partito politico di cui sarà il presidente.

Frank Bwalya, il cui status clericale non è molto chiaro al sottoscritto,  è senz’altro un personaggio carismatico e controverso. Dopo aver appoggiato apertamente il governo in carica contro quello uscente di Rupiah Banda, accusato di ogni forma di corruzione sotto il cielo, da qualche tempo critica apertamente alcune decisioni dell’esecutivo e ne castiga alcune derive. 
Una storia da seguire con interesse e attenzione


domenica 7 aprile 2013

Da Tete con furore


Oggi, seconda domenica di Pasqua è l’ultimo giorno a Tete. Sono arrivato due settimane fa, il lunedì della settimana santa.  Martedì di nuovo in strada, destinazione Lilongwe, la capitale del Malawi, distante 380 km. Visto che dovevo uscire dal Mozambico per questioni di validità del visto, ne ho approfittato per assistere alla rappresentazione teatrale dei nostri giovani studenti che ha avuto luogo nella sala di conferenze di un hotel della capitale. Il tema era la commemorazione del 125° della campagna anti-schiavitù lanciata dal fondatore dei Padri Bianchi, Charles Lavigerie, e le situazioni di schiavitù moderna nell’Africa di oggi. Mercoledì imboccavo di nuovo la strada per Tete. Viaggiando tra le verdi e fertili colline della zona chiamata Angonia (divisa a metà dal confine tra il Mozambico e il Malawi) mi sono imbattuto in un incidente spettacolare –vedi sotto-ma senza gravi conseguenze per nessuno (tranne che per le tasche del proprietario del camion). Difficile identificarne la causa.
Tete: battesimo di fuoco
Questa città, situata nella zona centro occidentale del Paese, lungo il fiume Zambesi, fino a poco tempo fa era nota per il caldo torrido ed era frequentata per lo più da camionisti in transito che non vi trascorrevano più di 48 ore. Più recentemente la sua fama si spinge oltre confine,  per via dei ricchi giacimenti di carbone che ivi si trovano. Il risultato è che una cittadina addormentata dove le uniche creature che mostravano un po’ di vitalità erano le capre si è svegliata di soprassalto. La popolazione è triplicata in pochi anni, è arrivato un gran numero di tecnici stranieri  e il numero di macchine e mezzi è centuplicato. Cantieri, negozi, un ponte nuovo che sarà finito quest’anno (costruito dagli onnipresenti cinesi), banche e servizi fino a poco tempo fa impensabili stanno rapidamente trasformando il volto di Tete. Per saperne di più cliccate su 
C’è anche il rovescio della medaglia: inquinamento, sfruttamento, gente mandata via in qualche modo dalle loro terre perché sotto c’è un mare di carbone, lavoro infantile, aumento impressionante della prostituzione: questi e altri i problemi etici, sociali e ambientali che lo sviluppo sta portando con sè.

Rinascita della chiesa
Per trentacinque anni la Diocesi di Tete è stata gestita in maniera disastrosa. Da quattro anni a questa parte, dapprima con la nomina di un amministratore apostolico che si è fatto in quattro per mettere un po’ d’ordine nel marasma che ha trovato e poi con la nomina di un giovane vescovo un paio di anni fa, qualcosa si sta muovendo.
Nell’ultimo anno è arrivato personale nuovo per rafforzare un contingente sparuto di personale religioso e un ridottissimo clero diocesano. Tra questi ci siamo anche noi, i Padri Bianchi, che torniamo in questa diocesi dopo quarantadue anni. Mi soffermerò un’altra volta sui piani e progetti futuri.
Malgrado i lunghi anni bui della guerra, la mancanza di direttive dall’alto e una mancanza cronica di personale, la gente ha mantenuto e trasmesso la propria fede. Ho trascorso il triduo pasquale in due comunità che si trovano sulla riva sinistra dell’imponente fiume Zambezi, raggiungibile tramite un ponte sospeso lungo un chilometro, costruito negli anni sessanta. Due aspetti mi hanno colpito: le chiese gremite e il desiderio della gente di avere un prete stabilmente fra di loro.
Ho trascorso la settimana cercando terreni dove ci potremmo sistemare e una casa da affittare nei primi tempi; un esercizio utile che mi ha permesso di conoscere parte del territorio e di verificare i rapidi cambiamenti che stanno avvenendo. I prezzi degli affitti e degli immobili sono andati alle stelle rispetto a qualche anno fa.
Domani, lunedì, partirò per il Malawi per partecipare ad una riunione in cui si definirà meglio il nostro piano di azione e il nostro futuro in questa zona.

Incidente spettacolare

Aggiungi didascalia
Mozambico. Strada che attraversa la zona di Angonia. Come impennare un autotreno.

giovedì 14 marzo 2013

FLASH NEWS

4 marzo. Fine della prima parte del mio viaggio in Africa Australe. Jo'burg, Pretoria, Malelane. Domani partenza x il Mozambico. Incontrato tutti i confratelli che lavorano in Sudafrica

5 marzo. Viaggi un po' rocambolesco da Malelane (sotto il Kruger park)  a Maputo. Cambio macchina in frontiera  per evitare di viaggiare in Mozambico con la targa sudafricana. Dopo l'uccisione barbarica di un tassista mozambicano da parte della polizia sudafricana non vorremmo che ci prendessero a sassate solo perché abbiamo la targa sbagliata!
A Maputo ospite in uno spazioso appartamento nuovo che si affaccia sulla baia di Maputo

10 marzo: Arrivo a Beira sotto la pioggia battente.Vari quartieri allagati.Strade in stato pietoso. Erano in migliori condizioni 25 anni fa, in piena guerra civile. Certo all'epoca non c'era il traffico di adesso, soprattutto i camion con pesi giganteschi che stanno sfondando tutto.

12. Manga. Beira. Visita al Centro Santi Innocenti (l'orfanatrofio) che mi obbliga a slalom continui su strade allucinanti. Piogge intense, manutenzione zero, migliaia di camion.Chi pensa che qui ci sia un boom economico dovrebbe venire a fare un giro. Tolta l'isola felice (in alcuni quartieri) di Maputo (molto bello il nuovo aeroporto) il resto del Paese è ben lontano dall'essere funzionale e funzionante. Strade e ferrovie sono in uno stato pietoso. Le vie di Beira sembrano appena reduci da un massiccio bombardamento aereo. La crescita economica del 10 per cento prevista per il prossimo anno riguarderà si o no il 10 % della popolazione.

mercoledì 6 febbraio 2013

STOP RAPE NOW!


Questa petizione al governo indiano è il frutto dell'iniziativa di una giovane donna di origini indiane che ha 
deciso di fare qualcosa in risposta alla barbarica violenza di gruppo e risultante assassinio
di una giovane donna indiana. Per non dire "non sapevo" clicca sul link qui sotto, leggi, firma e inoltra.

This petition to the Indian Government is the initiative of a British national with Indian roots.
She decided she had to do something in the wake of the horrendous gang rape that rsulted in the death of a young Indian woman. Please click on the link below, sign and pass on to others

http://www.gopetition.com/petitions/justice-for-the-gang-rape-victim-in-india-don-t-let-h.html

mercoledì 30 gennaio 2013

Zambia, sogno finito 


Questa volta, a differenza di un anno fa, Lusaka non è esplosa di gioia per la vittoria della nazionale impegnata nella coppa d’Africa in Sudafrica. È vero che si trattava solamente del passaggio ai quarti di finale ma una vittoria (unico risultato utile) contro il Burkina Faso ieri sera avrebbe permesso ai Chipolopolo (“proiettile” nelle lingue locali) di passare il turno. Poi, negli scontri diretti, con un po’ di fortuna, magari si sarebbe potuto ripetere l’exploit dello scorso anno. E invece, nonostante abbia dato anche l’anima, l’undici zambiano non è riuscito ad andare oltre il pareggio e oggi se ne torna mestamente a casa.

Ritiro e assemblea 

Gennaio è veramente trascorso in un lampo. Sono rimasto quasi tutto il tempo a Lusaka, impegnato più che altro in lavoro d’ufficio, soprattutto per l’organizzazione del 125° della campagna anti-schiavista del nostro fondatore in questo angolo d'Africa.( Per info generali  sull'iniziativa vedi: http://www.news.va/it/news/limpegno-dei-padri-bianchi-contro-vecchie-e-nuove). Dieci giorni li ho però trascorsi a Kasisi, una località a una trentina di km da Lusaka, dove mi sono recato per i miei Esercizi Spirituali annuali, seguiti dalla riunione annuale dei padri bianchi dello Zambia. 

Tema del ritiro era la riscoperta della nostra vocazione come missionari della Società dei Padri Bianchi. Niente di nuovo, si dirà, ma è stato utile rivedere con calma la storia della propria chiamata, quello che ha implicato nel corso degli anni e che tipo di apostoli/testimoni siamo chiamati ad essere in quest’Africa che cambia rapidamente. Eravamo in 25, di tutte le età e di 18 paesi! 

Il numero è raddoppiato all’indomani della chiusura del ritiro quando ci siamo trovati, nello stesso centro, per la nostra assemblea annuale. Non è stato semplice coinvolgere più di 50 persone in temi e aspetti del nostro operato qui in Zambia e infatti probabilmente cambieremo il formato la prossima volta. Ma è stato anche bello vedere tanta gente tutta insieme in una volta sola, con un folto numero di giovani (preti e candidati nel periodo della loro esperienza pratica in missione); questo dà speranza per il futuro ed è l’altra faccia della medaglia, quella che non si vede nelle nostre comunità anziane del Vecchio Continente.

Piani futuri 
Per quel che mi riguarda, i prossimi due mesi saranno abbastanza movimentati: visita alle nostre comunità in Sudafrica (15 giorni), poi più di un mese in Mozambico, dove tra le altre cose dovrò valutare la possibilità di aprire una nuova comunità e un nuovo progetto a Tete, nella zona centro-ovest, lungo il fiume Zambesi, a valle della diga di Cahora Bassa. Presenterò il risultato delle mie “indagini” alla riunione dei grandi capi il mese di aprile, in Malawi e quindi prevedo di ritornare a Lusaka non prima della metà di aprile. Non mi rimane che darvi l’appuntamento su questa pagina per raccontarvi quello che troverò cammin facendo.