La EN1 che attraversa il Paese da sud a nord. In rosso Muxungue. |
Cosa sta succedendo in Mozambico, dopo 22 anni dalla firma del cessate in fuoco a Roma che pose fine a una delle più terribili guerre civili mai viste nel meridione d'Africa?
Gli attacchi a civili e militari sono cominciati il 4 aprile dell'anno scorso. La zona dove si sono concentrate le imboscate è quella di Muxungue (la ics si pronuncia "sc") ma recentemente sono state registrate sparatorie anche nella provincia di Inhambane e di Nampula. Una quarantina di persone hanno perso la vita. Un'ottantina i feriti. Gravi le ripercussioni sul movimento di merci e persone dal sud al centro-nord del paese. Quella è l'unica strada di collegamento; non ci sono ferrovie o navi passeggeri per poter bypassare questo tratto insidiosissimo. Ancor più grave, il recente stillicidio di violenze ha fatto ritornare alla memoria i quindici anni di guerra civile che hanno dissanguato il Mozambico.
L'antica formazione della Renamo (Resistenza Nazionale Mozambicana) si è attribuita la responsabilità degli attacchi adducendo che sono una forma estrema di protesta contro la "dittatura instaurata" dal governo e la mancanza di consenso sulla legge elettorale. Sa quel che sia quel che sia il Paese sta vivendo il peggior momento di tensione politico-militare dalla fine della guerra civile.
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