È da più di una settimana che un grosso trasformatore elettrico è
andato in fumo facendo piombare nel buio le città di Chimoio, Dondo e Beira. Da
allora la situazione non è migliorata di granché e la cosa
più stupefacente (ma neanche tanto visto che a chi comanda, dal presidente
di una piccola impresa ai politici, non gliene frega assolutamente nulla) è che
non ci sia stato nessun comunicato ufficiale da parte dell’EDM, l’ente
nazionale che gestisce la produzione e la distribuzione dell’elettricità. Non
si conoscono le cause dell’incidente, i provvedimenti presi, le soluzioni a
corto e lungo raggio. Niente. Nada de nada. E allora la gente si sente in
dovere di inventare le proprie risposte, aumentando l’incertezza e la
confusione
Ricordo che qui siamo in piena estate con temperature tra i 35° e
40° di giorno e attorno ai 26 di notte. I danni sono enormi. Il fetore
nauseabondo di pesce, carne, frutta e verdura marcia ristagna in ogni angolo,
proveniente dalle case, negozi e mercati. I commercianti stanno cercando di
dimezzare il prezzo di questi beni di consumo ma il risultato è scarso, vista
la dubbia provenienza e l’impossibilità di conservarli.
C’è stato un assalto per accaparrarsi generatori elettrici di ogni
foggia, marca e forma con due conseguenze: il prosciugamento veloce dei
risparmi (la benzina costa un euro al litro, cara rispetto al tenore di vita
locale) e il rumore assordante proveniente da androni, sottoscale e balconi che
provoca liti furibonde tra vicini di casa.
Lasciate da parte le statistiche che parlano di un’economia
nazionale che cresce al 7%, il boom economico dovuto alla (potenziale)
ricchezza di un sottosuolo scandalosamente ricco di risorse minerarie, le opere
faraoniche nella capitale Maputo. Questo è il Paese reale: quello di un milione
e mezzo di persone senza luce da otto giorni, di una città (Beira) che sembra
uscita ieri dalla guerra tanto è malridotta, di fogne a cielo aperto, di
quartieri allagati dopo le recenti piogge, di strade ridotte a piste butterate
da piccoli e grandi crateri. Un Paese dove basta una serie di imboscate lungo
l’unica strada che lo percorre dal sud al nord per spaccarlo in due e
quasi azzerare in pochi mesi il transito di persone e di beni.
Sarà l’afa di questi giorni che non mi fa dormire e la rabbia di
fronte a tanta incompetenza e arroganza ma in questo momento non riesco proprio
ad essere molto positivo riguardo al futuro di questo splendido e disgraziato
Paese.
Molto bene ditto tutto padre Claudio! E tutto vero!
RispondiEliminaCaspita! Quando parli di politici arroganti e incompetenti, sembra che tu stia parlando di quelli italiani, ma poi, devo dire, lì sono peggio dei nostri, perché non sì preoccupano neanche di salvare le apparenze... La cosa che fa effetto è sentirti così frustrato, tu che hai uno spirito che non molla mai!
RispondiEliminaNon demordere, Claudio, per quello che può valere, le nostre preghiere sono sempre con te! Non spegnere la tua risata, penso che siano molti quelli che ci contano!
Un abbraccio! Enri&Fra
Cari Enrica e Franco grazie per la vostra solidarietà e incoraggiamento. Paradossalmente era più facile sopportare il buio negli anni di guerra (perché era così e perché avevo 25 anni di meno) che adesso. In igni caso mi ha già fatto bene "sfogarmi" urbi et orbi!Un abbraccio anche a voi!
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