venerdì 5 aprile 2019

Mozambico. Danni enormi e paura epidemie. Ma la vita riprende.


Sono passate esattamente tre settimane da quel venerdì 15 marzo in cui le centinaia di migliaia di persone della città di Beira e della regione circostante, hanno constatato, dopo una notte di paura, gli effetti devastanti del ciclone Idai. Case distrutte, senz'acqua e luce. Strade impraticabili. Morti e feriti.
Il bizzarro percorso del ciclone Idai
Purtroppo il peggio doveva ancora venire: il ciclone nella sua furia si è diretto verso il vicino Zimbabwe scaricando torrenti di pioggia che sono andati ad alimentare fiumi già gonfi di acqua che si sono riversati nell’Oceano Indiano andando a colpire nuovamente le popolazioni  residenti nelle pianure alluvionali della provincia di Manica e Sofala.
I tre Paesi colpiti, Malawi, Mozambico e Zimbabwe non solo piangono più di un migliaio di vittime ufficiali ma sono prostrate dopo un flagello che ha distrutto infrastrutture, sepolto chilometri quadrati di campi coltivati sotto una spessa coltre di fango e di sabbia e spazzato via i sacrifici di una vita.
Ovunque si guardi lo scenario presenta una devastazione diffusa. Ci vorranno anni di duro lavoro e di finanziamenti massicci per sanare una zona in preda a grosse criticità ancor prima della terribile mazzata sferrata dal ciclone.
Amelia, con la piccola Sara partorita in un albero, dove si era rifugiata
per sfuggire all'inondazione. Con lei il figlio maggiore, 2 anni.
I tre sono stati salvati dopo 2 giorni annidati fra i rami e stanno bene
Pian piano la vita riprende, tra mille difficoltà e ostacoli. Non piove più da un paio di settimane e questo potrebbe voler dire che la stagione delle piogge si è conclusa. Al momento si registrano centinaia di casi di infezione colerica anche se è in atto una massiccia campagna di vaccinazione contro il morbo. Purtroppo in molte zone la gente è ancora costretta a bere acqua infetta. Viste le drammatiche condizioni di un numero enorme di persone, si prevede anche un considerevole aumento di casi del grande killer di quelle zone, la malaria.
Delle 130mila persone che si erano rifugiate nei centri di assistenza sono varie quelle che ritornano a casa ogni giorno. Spesso trovano appena qualche traccia delle loro misere abitazioni ma è lì che vogliono ricominciare. Qualche palo o canna di bambù, un po’ di paglia come tetto e una stuoia su cui allungarsi la notte: si ricomincia così, quasi da zero.

Appello dell’Arcidiocesi di Beira

Tra le quasi 3500 scuole distrutte totalmente o parzialmente dal ciclone, ci sono anche quelle che appartengono all’arcidiocesi di Beira.
Pubblico di seguito l’appello della commissione ad hoc che ho ricevuto ieri

Carissimi amici,
Nella misura in cui i giorni passano, ci rendiamo conto dei segni lasciati dal ciclone Idai in ogni angolo della nostra Diocesi. Ci consola il fatto di sapere che non siamo soli, che molte persone accompagnano da lontano o da vicino la nostra sofferenza, pregando per noi e cercando di aiutarci. Pensando alla situazione della rete di scuole cattoliche che raggiunge più di 23 mila alunni e ingloba scuole di livello medio e superiore, alfabetizzazione di adulti edi formazione agraria e professionale, la Commissione di Emergenza Ciclonica ha deciso di dare inizio alla campagna di riabilitazione di alcune scuole di insegnamento medio e superiore in generale. Sono nove le strutture che hanno maggiormente bisogno di intervento.

Quattro nella città di Beira

Scuola della cattedrale
1. SCUOLA MEDIA/SUPERIORE DELLA CATTEDRALE: quartiere Ponta-Gêa, 9 aule danneggiate;
2. SCUOLA MEDIA/SUPERIORE “NOSSA SENHORA DE FÁTIMA”: quartiere Esturro, 9 aule danneggiate;
3. SCUOLA MEDIA/SUPERIORE “SÃO JOÃO BAPTISTA”: quartiere Matacuane,  6 aule danneggiate;
4. SCUOLA MEDIA/SUPERIORE “SÃO JOSÉ”: quartiere Munhava, 18 aule danneggiate;

Quattro nella zona di Manga, a 10 km da Beira

Scuola Santos Incentes
5. SCUOLA MEDIA/SUPERIORE “SAGRADA FAMÍLIA”: 13 aule danneggiate;
6. SCUOLA “BOM PASTOR”: 6 sale di aula danneggiate;
7. SCUOLA COMUNITARIA “SANTOS INOCENTES”: 29 aule danneggiate;
8. SCUOLA “JOÃO XXIII”: 9 aule danneggiate;

Una nella zona di Inhamizwa ( a 20 km da Beira)

Scuola Sagrada Familia
9. SCUOLA “NOSSA SENHORA DA PAZ”: 5 aule danneggiate

Secondo il parere tecnico di una impresa legata all’ambito della costruzione civile, il rifacimento del tetto di ogni aula di 42 mq costerebbe circa 140mila meticais (2mila Euro) e per il recupero totale di tetto, porte, finestre e pitturai, il costo si aggira sui 210mila mt (3mila Euro)
Se volete impegnarvi con noi a beneficio dell’istruzione dei nostri alunni, potete partecipare versando la vostra offerta sul conto bancario qui sotto, specificando nella causale che la donazione è per la ricostruzione delle scuole.
c/c intestato a : Diocesi di Vicenza
c/o Banco BPM – Vicenza
IBAN IT77 M 05034 11806 000000003528
Causale: Progetto ricostruzione scuole diocesi Beira

Nel caso facciate qualche donazione chiediamo di informarci inviando una mail a arquidiocese@diocesebeira.org 

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