lunedì 8 novembre 2021

Lavori in corso

 

Sono  passate quattro settimane dal mio arrivo e per fortuna gli amici che mi hanno accolto non hanno applicato il principio che l’ospite è come il pesce e che dopo tre giorni puzza!  Devo dire che è stato un grande e bel cambiamento: da una numerosa comunità di padri anziani a una famiglia con due bambini piccoli (6 e 3 anni) che con la loro vivacità (pur essendo ben educati sono comunque cuccioli che crescono) mi hanno infuso energia e ottimismo. Come in tante famiglie, i genitori vanno a lavorare il mattino e i bambini alla materna. Ma la famiglia è allargata e in casa c’è sempre una o più persone delle 6 che vi lavorano: la cuoca, la tata, il giardiniere, due guardiani e un autista. Per farla breve, quando siamo tutti presenti siamo in 11, quasi come la comunità di Treviglio!

La futura residenza











Sono andato varie volte a visitare la casa dove andremo a risiedere. Al momento un impresario della zona  sta controllando quali sono gli interventi urgenti che si dovranno fare a livello di impianto idraulico ed elettrico, prima di una profonda pulizia generale e di una bella imbiancata. Le persone che vi hanno vissuto negli ultimi due stanno pian piano tornando alle loro abitazioni. In un primo momento, visto che non abbiamo bisogno di tutta la struttura, sistemeremo la zona dove ci sono le camere e il blocco che racchiude la cucina e la lavanderia.

 









La chiesetta ha solo bisogno di una bella ripulita e può già essere utilizzata. Poi, una volta installati, penseremo a rendere il resto della casa abitabile un po’ alla volta.


La strada di accesso alla proprietà.

Pur trattandosi di un solo km di strada sterrata che va dalla strada provinciale alla residenza, questo tratto si allaga molto facilmente, anche solo dopo un semplice acquazzone. Sono curioso di vedere cosa succederà durante la stagione delle piogge!

Provvisorietà

 Questa parola è un po’ il “leitmotif” di questo primo mese. Ringrazio il Signore ogni giorno per le persone buone che ha messo sul mio cammino e che mi aiutano a riprendere il mio cammino in questo angolo di terra in fondo all’Africa. Ho smesso quasi subito di farmi prendere dalla fretta di risolvere le varie problematiche perché mi sarei mangiato il fegato inutilmente e non avrei concluso nulla. Al momento è un lavoro certosino di tessere rapporti, ravvivare conoscenze e stabilirne di nuove, studiare la realtà che mi circonda, avviare i lavori di ristrutturazione della casa, procurarsi un mezzo di trasporto e altro ancora.  Il tutto sperando che il mio visto di lavoro/residenza mi venga concesso a breve perché quello che ho sta per scadere e senza documenti in regola non posso aprire un conto in banca, ricevere un incarico ufficiale, entrare e uscire dal Paese liberamente… Può sembrare un atteggiamento un po’ passivo e rinunciatario ma, credetemi, ci sono dei muri di gomma contro cui è inutile intestardirsi a sbattervi contro.

Considerazioni generali

Maputo (forse 1½ milioni di abitanti ) dà l’idea di una città ancora in crescita (nonostante gli spazi per nuove costruzioni sia sempre più scarso) e certamente, durante il giorno, attiva e dinamica. Il traffico è abbastanza intenso e in certi momenti anche congestionato ma a livelli ancora accettabili. Se si pensa che la rete stradale cittadina è sostanzialmente quella creata dai portoghesi negli anni 60-70 e che i mezzi circolanti potrebbero essere cento volte di più, si deve riconoscere agli ingegneri di 50 anni fa di aver fatto un ottimo lavoro.

La spiaggia meridionale di Maputo. A destra campeggia il Gloria Hotel, l'enorme albergo cinese praticamente vuoto e,si dice, in vendita per 150 milioni di dollari

Nella capitale, che è nell’estremo sud del Paese, (per capire: è come se Ragusa fosse la capitale d’Italia)  si respira un’aria di normalità e di apparente efficienza. La città però diventa praticamente deserta dopo il tramonto. Il divieto di circolazione e la chiusura obbligatoria dei locali a mezzanotte (misure antiCovid)  probabilmente ha il suo impatto perché vuol dire che per le 11 è tutto chiuso e il movimento ridotto quasi a zero. A proposito di Covid , i numeri ufficiali restano molto bassi (quindici casi registrati ieri in tutto il paese su un totale però di soli 1400 tamponi) ma le misure restrittive continuano. Oltre al coprifuoco sopra accennato, vige ancora l’obbligo delle mascherine in tutti gli edifici pubblici (tranne quando si è seduti al tavolo di un bar o di un ristorante) e noto che moltissime persone la portano anche all’aria aperta. Le spiagge rimangono chiuse fino a metà dicembre, poi si vedrà. Sarà il momento in cui si chiuderanno le scuole e tantissime attività per la pausa estiva e prima di Natale arriveranno le ondate di vacanzieri provenienti dal Sudafrica assieme a migliaia di mozambicani che lavorano in quel paese e che rientrano per le feste e per le vacanze. Dovesse continuare l’emergenza, si aumenterebbe la vastità della crisi che ha colpito i settori della ristorazione e del turismo.

Maxi processo al sud e calma (apparente) al nord

Nella capitale è in corso un maxi processo in cui sono indagati personaggi importanti coinvolti nel caso “Debito nascosto”. Per chi fosse interessato in un riassunto della vicenda e sugli ultimi sviluppi vedere Mozambico: per il ‘debito nascosto’ Credit Suisse e Vtb patteggiano - Nigrizia Questo caso ha portato a galla un fenomeno noto da decenni ma che negli ultimi anni ha assunto proporzioni gigantesche e inquietanti: quello della corruzione delle alte sfere del governo e del partito al potere. Purtroppo questo cancro che porta all’impoverimento del Paese ha ormai infettato tutti i settori della vita pubblica.

Nella regione nord di Cabo Delgado, teatro di una feroce insurrezione da parte di un sedicente gruppo jihadista è tornata un po’ di calma. Apparente o reale, solo il futuro lo saprà dire. Rimane comunque una sfida importante per il governo, gli investimenti, le grosse multinazionali coinvolte e anche per i Paesi della regione. L’esercito ruandese e quelli della Comunità dello sviluppo dell’Africa australe (SADC) combattono da metà luglio, con un certo successo, contro il movimento d’insurrezione chiamato al-shabab, ma la normalizzazione è ancora lontana dall’essere garantita. Anche qui si può approfondire l’argomento leggendo l’intervista all’ex vescovo di quella zona, trasferito dal Papa per proteggerne l’incolumità. Mozambico, l'ex vescovo di Pemba: "Minacce di morte dal governo. Sono anni che lanciamo appelli a Maputo. Inutilmente" - la Repubblica

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