Primo giorno senza pioggia
A otto giorni dall'arrivo del ciclone finalmente la pioggia è cessata. Un po' a macchia di leopardo sta tornando il segnale di alcuni operatori di telefonia mobile.
L'altro lato della medaglia presenta ancora una città senza acqua potabile, con il cibo che scarseggia, senza energia elettrica e senza via d'accesso con l'esterno. Per ora gli aiuti sono arrivati con navi, aerei e elicotteri.
Nuovo comunicato dell'arcidiocesi di Beira
La diocesi ha emanato un
comunicato in cui si sottolinea della gravità della situazione, sottolineando
che sono l’acqua potabile e il cibo ciò di cui la gente ha più bisogno.
La diocesi ha creato
una commissione ad hoc per l’emergenza che coordina le risposte con la Caritas
diocesana. A partire da domani dovrebbero entrare in funzione tre centri di distribuzione
del prezioso liquido vitale. Si tenta anche di recuperare dei prodotti per la
sopravvivenza da distribuire ai più
bisognosi in collaborazioni con le
commissioni caritas parrocchiali.
Tutte le strutture
nelle 25 parrocchie della diocesi hanno subito dei danni più o meno gravi e la
Commissione per l’emergenza si occupa anche di questo.
Per moltissime persone
ciò che interessa è sopravvivere. La ricostruzione, il recupero dei beni
perduti, il pensare al dopo passano in secondo luogo quando non si ha né pane né
acqua.
Forse è solo più
drammatica la situazione che si sta vivendo nella vicina cittadina di Buzi (a sx) dove la vita di migliaia di persone è a
rischio dovuto alle esondazioni dei fiumi Pungue e Buzi
Notizie dalle comunità dei Padri Bianchi
I Missionari d'Africa sono presenti in quatto comunità, due nella provincia di Sofala, il cui capoluogo è Beira e due nella provincia di Manica, con capoluogo Chimoio. Stanno tutti bene anche se uno di loro è vivo per miracolo. Di mattino molto presto, mentre era ancora buoi, la sua macchina è stata inghiottita dalle acque di un fiume che ha invaso la rete stradale ed è stata trascinata via dalla corrente. Fortunatamente padre Raphael Gasimba, è riuscito ad uscire dalla vettura e ad aggrapparsi ad un albero verso cui è stato scaraventato dalla furia delle acque. Lì, appollaiato tra i rami, ha atteso i soccorsi che sono arrivati qualche ora dopo quando si è fatto giorno.
La casa dei padri a Inhamizwa. Qualche danno causato dagli alberi caduti addosso all'abitazione |
Tettoia scoperchiata sul retro dell'abitazione |
Maestoso albero di mango sradicato come un fuscello |
Situazione generale
Ci sono 36mila persone in 96 centri di raccolta. anche se fonti ministeriali suggeriscono che siano quasi il doppio. 40mila persone sono state tratte in salvo da tetti, alberi, isolotti e tronconi di strada. Ma i numeri veri del disastro verranno alla luce solo fra qualche giono
Nuovi centri vengono aperti ogni giorno perché i senza tetto sarebbero 280mila.
Quasi tremila aule sono state distrutte o danneggiate e 39 ambulatori.
Le cause del ciclone
Da più parti si sente dire che dietro l'anomalia sconcertante del movimento del ciclone Idai (partito dal Canale del Mozambico come depressione tropicale, spostatosi sulla Zambesia e sul Malawi, ritornato nel Canale dove si è rafforzato, diretto verso il Madagascar per poi fare un'improvvisa retromarcia e scagliarsi , mostruosamente ingigantito, su Beira, il centro del Mozambico e lo Zimbabwe) ci sia la questione del riscaldamento globale. Chi mastica bene l'inglese troverà senz'altro interessante l'eccellente articolo di Matt McGrath, corrispondente della BBC e esperto di problemi legati all'ambiente. https://www.bbc.co.uk/news/science-environment-47638588