giovedì 21 marzo 2019

Catastrofe ciclone Idai. Aggiornamenti sulla situazione a Beira e dintorni

Primo giorno senza pioggia

A otto giorni dall'arrivo del ciclone finalmente la pioggia è cessata. Un po' a macchia di leopardo sta tornando il segnale di alcuni operatori di telefonia mobile.
L'altro lato della medaglia presenta ancora una città senza acqua potabile, con il cibo che scarseggia, senza energia elettrica e senza via d'accesso con l'esterno. Per ora gli aiuti sono arrivati con navi, aerei e elicotteri.

Nuovo comunicato dell'arcidiocesi di Beira


La diocesi ha emanato un comunicato in cui si sottolinea della gravità della situazione, sottolineando che sono l’acqua potabile e il cibo ciò di cui la gente ha più bisogno.
La diocesi ha creato una commissione ad hoc per l’emergenza che coordina le risposte con la Caritas diocesana. A partire da domani dovrebbero entrare in funzione tre centri di distribuzione del prezioso liquido vitale. Si tenta anche di recuperare dei prodotti per la sopravvivenza da distribuire ai più
bisognosi in collaborazioni con le commissioni caritas parrocchiali.
Tutte le strutture nelle 25 parrocchie della diocesi hanno subito dei danni più o meno gravi e la Commissione per l’emergenza si occupa anche di questo.
Per moltissime persone ciò che interessa è sopravvivere. La ricostruzione, il recupero dei beni perduti, il pensare al dopo passano in secondo luogo quando non si ha né pane né acqua.
Forse è solo più drammatica la situazione che si sta vivendo nella vicina cittadina di Buzi (a sx) dove la vita di migliaia di persone è a rischio dovuto alle esondazioni dei fiumi Pungue e Buzi

Notizie dalle comunità dei Padri Bianchi

I Missionari d'Africa sono presenti in quatto comunità, due nella provincia di Sofala, il cui capoluogo è Beira e due nella provincia di Manica, con capoluogo Chimoio. Stanno tutti bene anche se uno di loro è vivo per miracolo. Di mattino molto presto, mentre era ancora buoi, la sua macchina è stata inghiottita dalle acque di un fiume che ha invaso la rete stradale ed è stata trascinata via dalla corrente. Fortunatamente padre Raphael Gasimba, è riuscito ad uscire dalla vettura e ad aggrapparsi ad un albero verso cui è stato scaraventato dalla furia delle acque. Lì, appollaiato tra i rami, ha atteso i soccorsi che sono arrivati qualche ora dopo quando si è fatto giorno.
La casa dei padri a Inhamizwa. Qualche danno causato dagli alberi caduti addosso all'abitazione

Tettoia scoperchiata sul retro dell'abitazione

Maestoso albero di mango sradicato come un fuscello

Situazione generale

Ci sono 36mila persone in 96 centri di raccolta. anche se fonti ministeriali suggeriscono che siano quasi il doppio.  40mila persone sono state tratte in salvo da tetti, alberi, isolotti e tronconi di strada.  Ma i numeri veri del disastro verranno alla luce solo fra qualche giono
Nuovi centri vengono aperti ogni giorno perché i senza tetto sarebbero 280mila.
Quasi tremila aule sono state distrutte o danneggiate e 39 ambulatori.

Le cause del ciclone

Da più parti si sente dire che dietro l'anomalia sconcertante del movimento del ciclone Idai (partito dal Canale del Mozambico come depressione tropicale, spostatosi sulla Zambesia e sul Malawi, ritornato nel Canale dove si è rafforzato, diretto verso il Madagascar per poi fare un'improvvisa retromarcia e scagliarsi , mostruosamente ingigantito, su Beira, il centro del Mozambico e lo Zimbabwe) ci sia la questione del riscaldamento globale. Chi mastica bene l'inglese troverà senz'altro interessante l'eccellente articolo di Matt McGrath, corrispondente della BBC e esperto di problemi legati all'ambiente. https://www.bbc.co.uk/news/science-environment-47638588

martedì 19 marzo 2019

Beira. Comunicato dell'Arcivescovo

Dopo giorni di isolamento, oggi l'Arcivescovo di Beira, l'italiano Claudio Dalla Zuanna, è riuscito a mandare alcuni messaggi approfittando del segnale di una compagnia telefonica che è stato ripristinato in una zona circoscritta della città.
Anche la casa del vescovo è stata scoperchiata e da quattro giorni vi piove dentro ininterrottamente.


Carissimi amici,

Il fragile tessuto urbano e sociale della città di Beira e dell’area lungo il chiamato “corridoio di Beira”, dove vive circa un milione di persone, nella notte tra giovedì 14 e venerdi 15 marzo è stato scosso da un uragano di forza 4 su una scala di 5, con venti attorno ai 200Km all’ora. Nella città: edifici scoperchiati e vetri in frantumi, alberi sradicati o spezzati, tralicci elettrici e antenne telefoniche abbattuti, nella periferia molte case abbattute. Le vittime di cui siamo a conoscenza sono varie decine, ma è difficile avere dei dati esatti perchè le reti telefoniche non funzionano e lo stato non ha la capacità di fare una raccolta dati.
Da giovedì non c’è corrente elettrica, acqua nella rete idrica, comunicazioni telefoniche e, anche l’unica strada che lega la città al resto del paese è stata interrotta dall’acqua. Questo messaggio parte grazie a un’antenna telefonica ristabilita nell’area dell’aeroporto, rimasto chiuso per tre giorni.
L’unico blocco operatorio di tutta la regione, quello dell’ospedale centrale, è stato scoperchiato ed allagato, reso quindi inoperativo. Le scuole, chiuse a tempo indeterminato. La maggioranza delle aule scolastiche hanno i tetti di lamiera, praticamente tutti questi sono stati divelti. La diocesi ha in questa area scuole per più di 9.000 alunni.
Il cibo per molte famiglie è già un’emergenza, ma anche in città oltre ai prezzi ulteriormente rialzati, le scorte sono limitate perché molti magazzini e negozi sono stati scoperchiati e le derrate alimentari perdute.
E... continua a piovere. Oltre alle case senza tetto e quindi tutto esposto alla pioggia, alcuni fiumi, alimentati dalle piogge del ciclone nelle aree dell’interno e nel vicino Zimbabwe, stanno straripando.
Delle 25 parrocchie che abbiamo in questa area, praticamente tutte hanno avuto dei danni più o meno gravi, tre chiese sono state letteralmente rase al suolo. Danni anche alle case dei sacerdoti che lavorano in queste parrocchie, al seminario (stavamo finendo di costruire il refettorio e la cappella), alla radio diocesana e a tante altre strutture diocesane. 

Anche la mia casa, a sx) dove funzionano anche gli uffici di curia, è completamente scoperchiata e quindi il primo piano, quello delle stanze da letto ... è rimasto a cielo aperto e quindi alla pioggia. Ci siamo “rifugiati” al piano terra ma con l’acqua che scende dalle scale e gocciola dal soffitto in molte parti.

In questo momento non c’è molto che si possa fare. I magazzini con materiale per coprire le case, nonostante i prezzi “ritoccati” per l’occasione, hanno venduto tutto in due giorni. Anche con materiale reperibile, ci sarà lavoro per mesi per le poche maestranze qualificate disponibili. Stiamo cercando di raccogliere dati per fare una lista dei danni almeno a livello di strutture, sgomberare i cortili dagli alberi caduti e dalle macerie cadute dai tetti.
Impressiona che con questo scenario, quando si chiede a qualcuno come stia, generalmente risponde con un sorriso: “bene”. In periferia, dove le casette sono molto precarie, tutte le lamiere volate dai tetti sono state raccolte e ognuno ha cercato di fare per la sua famiglia un piccolo rifugio, magari appoggiando un paio di lamiere alle uniche due pareti rimaste di quella che chiamava casa.
Anch'io quindi dico: “sto bene”. Cerchiamo di affrontare quello che viene ogni giorno, sperando almeno che ... smetta di piovere.
Un saluto a tutti
p. Claudio

Chiesa Nostra Signora di Fatima


Chiesa Sagrada Familia


Scuola Sagrada Familia


Seminario Buon Pastore

Seminario Buon Pastore


Chiesa Nostra Signora di Fatima






domenica 17 marzo 2019

Ciclone Idai, Beira e provincia. Aumentano le vittime

Secondo il quotidiano mozambicano O Pais, sono già 68 le vittime del ciclone e delle inondazioni nel capoluogo Beira e nella provincia di Sofala. 55 le vittime a Beira e 13 a Dondo. I feriti sarebbero più di 1.500.
Le abbondanti piogge durante e al seguito del ciclone Idai hanno fatto paurosamente ingrossare i fiumi che scorrono da occidente a oriente, gettandosi nell'Oceano Indiano. Uno di questi, il Mutua, ha portato via una sezione dell’autostrada EN 6 che collega Beira allo Zimbabwe.
Il capoluogo della provincia di Sofala rimane isolata dal resto del Paese tranne che per via aerea.
più di 500mila persone sono senz'acqua potabile, elettricità, rete mobile e internet e carburante.

Nelle foto i danni causati alla EN6 nella località di Tica


https://twitter.com/i/status/1107319849267724288









sabato 16 marzo 2019

Ciclone IDAI lascia scia di sangue e distruzione in Mozambico


Più di mezzo milione di persone al buoio e senza accesso alla rete di comunicazione e una ventina di vittime nella sola città di Beira. Il disastro ha colpito dopo una settimana di piogge intense e alluvioni devastanti che hanno interessato la regione centro-nord del Mozambico

Venti che hanno soffiato a 170 km/h accompagnati da piogge torrenziali hanno messo in ginocchio la città costiera di Beira che con i suoi 500mila abitanti è la seconda città del Mozambico.

Tralicci e alberi abbattuti, case scoperchiate o spazzate via dalla furia degli elementi, strade trasformate in torrenti in piena: questo lo scenario che si presentava ieri pomeriggio quando il ciclone cominciava a perdere di intensità.

Scuole, negozi, aeroporto, porto e stazione ferroviaria sono stati chiusi; l'ospedale centrale di Beira ha dovuto sospendere anche le operazioni più urgenti a causa delle condizioni climatiche.
La città è ancora senza energia elettrica e senza rete mobile: solo la linea fissa ha ripreso a funzionare.
Le piogge insistenti che si sono abbattute sul centro nord del Mozambico ma anche nel vicino Malawi e Zimbabwe hanno provocato alluvioni e smottamenti, una settantina di vittime, centinaia di feriti e 17mila senzatetto.


venerdì 15 marzo 2019

Beira al buio dopo il passaggio del ciclone IDAI

Beira, la seconda città del Mozambico, è stata colpita direttamente dall'assalto frontale del ciclone Idai. Una delle immediate conseguenze è che i suoi 500mila abitanti sono rimasti al buio a causa dell'allagamento delle centrali elettriche.
La città è così isolata, senza telefono e collegamento internet. Solo nei prossimi giorni sarà possibile fare un'accurato bilancio di tutti i danni.
Per ora non si riportano vittime.

Immagini del disastro
L'acqua, più del vento, è la principale causa di danni estesi

giovedì 21 febbraio 2019

PRANZO DI BENEFICENZA PER XINAVANE


A pranzo con Leonardo




La Commissione missionaria della comunità pastorale Madonna delle Lacrime  di Treviglio ed i Missionari d’Africa - Padri Bianchi,  nella persona di padre Claudio Zuccala, sono lieti di invitarla ad un pranzo di beneficenza, domenica 31 marzo, alle 12,30.

L’iniziativa,  A pranzo con Leonardo,  contribuirà al progetto di costruzione di una scuola professionale per giovani ed adolescenti a Xinavane, una cittadina rurale distante 130 km da Maputo, capitale del Mozambico.

Nella splendida cornice del castello visconteo di Cassano d’Adda, in collaborazione con “Il Castello ricevimenti” di Bellini Francesca (www.ilcastelloricevimenti.it), sarà proposto agli ospiti un raffinato percorso fra i sapori della buona cucina e l’arte di Leonardo Da Vinci.

Il genio rinascimentale che rivoluzionò sia le arti figurative sia la storia del pensiero e della scienza, infatti, moriva cinque secoli fa e tra gli innumerevoli appuntamenti che ricorderanno il maestro del rinascimento italiano, possiamo annoverare anche questo nostra iniziativa. A Cassano D’Adda infatti, Leonardo trascorse una delle sue più intense stagioni creative, soggiornando nella Torre e compiendo una parte dei suoi studi sul volo degli uccelli

Il convivio  sarà arricchito da una visita guidata del Castello, che attualmente ospita una mostra composta da pannelli fotografici raffiguranti  particolari di disegni e studi del grande maestro, in prestito dal Museo della scienza e della tecnica di Milano, e da un breve spettacolo teatrale, anch’esso incentrato sulla figura del grande uomo d’ingegno e talento universale.

La quota di partecipazione è di euro 50,00 a persona da versare entro sabato 23 marzo.

Per le varie modalità di pagamento, contattate direttamente padre Claudio.

martedì 8 gennaio 2019

Mozambico. La guerra non è finita.

Nel nord del Mozambico, è in atto un "brutale conflitto, quasi del tutto ignorato dai media internazionali e volutamente minimizzato dal governo mozambicano, che ha già un bilancio di centinaia di vittime e migliaia di sfollati". 




Leggi l'interessante reportage del fotografo-giornalista Giovanni Porzio sul suo sito: http://www.giovanniporzio.it/portfolio-item/7772-2/

L'articolo, apparso di recente anche su Venerdì di Repubblica, porta alla ribalta non solo ciò che sta succedendo nella regione di Cabo Delgado, considerata come il nuovo Eldorado della regione per via dei vastissimi giacimenti di gas naturale offshore ma offre anche una panoramica attuale sull'antica colonia portoghese che, malgrado si sia lasciata alle spalle una guerra civile devastante, fatica a raggiungere stabilità e normalità.