Carissimi
amici,
è già passata una settimana da quella tragica notte tra giovedì e venerdì
nella quale il ciclone IDAI ha spazzato via molte vite (non si sa ancora esattamente
quante), e danneggiato circa il 90% delle case, molte delle quali, le più
precarie nei quartieri periferici distrutte. Ieri, giovedì, (vi scrivo
stamattina, in questo momento sono le 5) è stato il primo giorno senza pioggia,
ma stanotte, per non perdere l’abitudine ha fatto la sua breve pioggia, il
sufficiente perché nella mia casa, le stanze asciugate dal lavoro dei
seminaristi, ricevessero tutte la loro dose di acqua.L’unica strada che lega
la città al paese è ancora interrotta e quindi gli aiuti non possono passare
via terra. Nelle foto, la principale interruzione e un altro dei tratti
rovinati. Molte persone hanno perso tutte le scorte
di cibo e nei pochi magazzini rimasti, ci sono lunghe code, prezzi alti e pochi
prodotti alimentari disponibili. L’acqua potabile e il cibo sono in questo
momento l’urgenza principale.
La commissione diocesana di emergenza continua a
realizzare i suoi incontri quotidiani per coordinare assieme alla Caritas
diocesana la risposta che ci è possibile. Oggi, venerdì, dovrebbero iniziare a funzionare
tre punti di distribuzione dell’acqua con depositi nostri e riforniti dal camion
che la diocesi ha comperato l’anno scorso per il progetto di perforazione pozzi.
Stiamo tentando di recuperare alcuni prodotti di prima necessità da essere distribuiti
ad alcune situazioni più gravi segnalate dai parroci attraverso il servizio di carità
parrocchiale.
Questa mattina avremo l’incontro dei parroci di queste 25 parrocchie
presenti nell’area colpita. I membri della commissione incaricati
dell’informazione stanno cercando di contattare le autorità, raccogliere
informazioni, ascoltare la gente nei quartieri periferici e preparare qualche
informazione da condividere. (Sto attingendo dal loro lavoro di ieri). La commissione
sta cercando di realizzare un inventario dei danni alle parrocchie, opere
sociali della diocesi, principalmente scuole, e alle case delle comunità
religiose.
Come vi dicevo, la grande preoccupazione della gente in questo
momento è il cibo e l’acqua, pochi pensano a come rialzare la testa e
ripartire. Speriamo che nei prossimi giorni, con l’arrivo di una nave di
alimentazione in arrivo da Maputo e la riapertura dei collegamenti terrestri,
si possa iniziare a guardare a una prima ricostruzione. A questa situazione già
così difficile, si sono aggiunte le inondazioni provocate, oltre che dalle
abbondanti piogge, anche dall’apertura delle dighe nel vicino Zimbabwe. Sono ancora
più di mille le persone, tra loro due preti della diocesi, sui tetti della
vicina cittadina di Buzi, dall’altra parte della baia di Beira a circa 25 km.
Sembra che il livello delle acque stia lentamente abbassandosi.
Una compagnia
di pesca ha messo a disposizione un peschereccio attraccato all’uscita del fiume,
per accogliere le persone che le piccole imbarcazioni stanno recuperando dalle
case. Senza aiuti questa gente impiegherà anni a recuperare quello che in poche
ore ha perso. Questo vale anche per le strutture pubbliche e anche per noi come
diocesi. Molti di voi chiedono come aiutarci. Stiamo usando quanto abbiamo in
cassa come diocesi, ma la caritas ha già ricevuto in questa settimana una somma da spendere per il poco che è recuperabile in loco. Penso che dovremo concentrarci nella ricostruzione, speriamo poter iniziare nelle prossime settimane.
Daremo priorità alle scuole in modo che l’anno scolastico possa riprendere. Il ministero dell’educazione ha dato indicazioni di ricominciare già la prossima settimana anche a cielo aperto. La caritas ci sta mandando un centinaio di teloni da camion, potranno essere un primo passo per un minimo di normalità.
La diocesi di Vicenza aprirà un conto specificamente per l’aiuto alla diocesi di Beira in modo che non abbiate bisogno di fare bonifici per l’estero. Spero brevemente potervi dare le coordinate bancarie.
Sta già sorgendo il sole anche se le nuvole cercano di ostacolarlo.
Grazie per la vostra amicizia, ci fa bene.
Buona giornata.
Claudio, vescovo di Beira