giovedì 2 dicembre 2021

Mercoledì 23 novembre. Cresime

 


Oggi torno a Boane, sempre in compagnia di Dom (titolo che si dà ai vescovi negli ambienti lusofoni) Francisco. Questa volta è per la Cresima di 80 ragazzi/giovani, rimandata più volte per via della pandemia e finalmente fissata anche se in mezzo alla settimana. Questo è il primo gruppo a cui ne seguirà domani un altro di 70 .

La celebrazione si svolge all’aperto e per fortuna non c’è né un sole cocente né la pioggia come il giorno precedente. La messa è celebrata in Portoghese mentre i canti sono per lo più in Shangana, la lingua del posto. La parrocchia è molto estesa e si estende su un’area di circa 820 kmq (la metà di quella della zona metropolitana di Milano) e oltre alla sede principale, in città, è costituita da 20 piccole e grandi comunità di base (chiamte “nuclei”) dove i fedeli si trovano regolarmente per pregare insieme, riflettere, analizzare bisogni e problemi. Probabilmente la pandemia ha interrotto la regolarità degli incontri ma lo scopriremo solo visitando la zona.

Da un paio d’anni non ci sono sacerdoti a tempo pieno anche se due membri dell’istituto dei Salvatoriani che abitano a una decina di chilometri vi prestano servizio regolare.

Nella sua omelia in portoghese dom Francisco ha invitato i cresimandi a ringraziare il Signore per i doni ricevuti e li ha incoraggiati ad abbracciare con sempre più coraggio e determinazione quello che ha definito “uno stile di vita cristiano” praticando le buone opere soprattutto per quel che riguarda l’attenzione ai poveri e ai bisognosi che sono molti e in costante aumento.

Alla fine della celebrazione, all’arcivescovo e a un ristretto numero di invitati,  è stato servito il pranzo all’interno della chiesa che funge anche da salone parrocchiale.  












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