Eccomi qui a Inhamizwa, sobborgo di Beira, dove sono arrivato giovedì scorso dopo due tappe a Lisbona e a Maputo. Ho già descritto la casa (che vedete in foto) e la sua ubicazione a suo tempo, vedi http://claudiozuccala.blogspot.com/2009/12/caldi-tropici.html
Qui vivo con due confratelli: Norbert, francese, che è il coordinatore per la Commissione diocesana di giustizia e pace e fratel Franco, l’amministratore dei Padri Bianchi in Mozambico . Mi sto installando pian piano (anche perché qui aver fretta non risolve nulla e ti procura problemi di fegato) e una delle prime cose da fare è quella di ottenere il permesso di soggiorno (D.I.R.E) prima che scada il visto di 30 giorni che viene dato (a pagamento) a chiunque entri in Mozambico. Oggi ho ottenuto la firma della funzionaria del dipartimento del culto su una delle scartoffie che domani dovrò presentare insieme ad altre all'ufficio dell'immigrazione. Poi, in una maniera molto sossegada, cioè tranquilla, l'iter farà il suo corso. In ogni caso triboliamo molto meno degli immigrati che chiedono un permesso di soggiorno da noi anche se la differenza di contesto è enorme.
Per quel che riguarda il mio inserimento nell’Università, ho già preso contatto con una suora italiana che lavora nella pastorale universitaria e stasera mi ho incontrato una mezza dozzina di giovani studenti che si danno da fare nello stesso ambito nei vari atenei. In questi giorni, tutto sommato, non ho combinato un granché perché messo KO da un potentissimo raffreddore come non ne prendevo da tempo. Se non fossi arrivato da soli 5 giorni penserei che fosse malaria (che invece richiede un minimo di 8 giorni per l'incubazione) da come mi dolgono tutte le giunture delle ossa e dalla febbriciattola iniziale.
Il tempo è decisamente fresco, niente a che vedere con il bagno turco della mia ultima visita a dicembre con Michele e Zeno. Appena arrivato giravo in bermuda e infradito e dormivo con il solo lenzuolo. Da due giorni però sto un gran bene con pantaloni lunghi, calze, scarpe, un maglioncino di cotone e una copertina di notte.
I primi tre giorni pensavo di sognare: niente tagli di corrente, internet a funzionare regolarmente anche qui a 20 km dalla città. Da tre giorni abbiamo dei black out sempre più lunghi anche se quello di oggi e di ieri erano dovuti alla manutenzione della linea che passa attorno alla nostra proprietà. Temo che con l’inizio dei Mondiali rimarremo al buio visto che il Sudafrica succhierà buona parte dell’elettricità prodotta in Mozambico e considerato che là fa freddo di questi tempi. Per non saper né leggere né scrivere ci siamo muniti di un piccolo generatore…
Ieri mattina, alle 3 di notte, è scoppiata una bomba davanti a un negozio in quella che chiamano a Baixa (la parte bassa) della città. Molti danni , tre feriti leggeri e un grosso interrogativo per ora irrisolto davanti a questo avvenimento unico nel suo genere. Non era mai successo niente di simile nemmeno durante la guerra civile.
Venerdì scorso stato a visitare il centro per i bambini di strada Santos inocentes. Ho parlato con Suor Delfina che in questi mesi ha ottenuto un preventivo per lo scavo di un pozzo nella loro proprietà in modo da poter avere libero accesso a tutta l’acqua di cui avranno bisogno, per bere, lavarsi, cucinare, fare il bucato e irrigare l’orto. Fatti due conti è sembrata la soluzione più sensata invece che pagare le multe arretrate, riallacciarsi all’acquedotto e continuare a pagare bollette. Il totale della realizzazione del progetto è di circa 123.000 meticais (il metical è la moneta nazionale: venerdì a Maputo era scambiato a 43,50 per un euro ma con la moneta unica europea un po’ ballerina negli ultimi tempi il cambio non è costante). In ogni caso il costo complessivo è per ora inferiore ai 3.000 euro. Senz’altro si andrà oltre il preventivo perché proprio negli ultimi giorni i carburanti hanno subito un ulteriore aumento (il terzo in 60 giorni!) e questo inevitabilmente porterà ad un innalzamento generalizzato dei prezzi.
Se dovesse avanzare qualcosa c’è già pronta un’altra proposta (qui non si finisce mai!). Suor Delfina è riuscita a trovare i fondi per rimettere a posto il refettorio dei ragazzi che però continuano a mangiare sotto gli alberi (tranne quando piove) perché non ci sono né sedie né tavoli. Ho chiesto di fare un preventivo che vi comunicherò appena sarà in mio possesso. http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/PranzoAlCentroPerRagazziSenzaFamiglia#
Nel frattempo spero di ricevere qualche contributo anche dagli abbonati di Africa, la rivista curata da noi Padri Bianchi in Italia. Tra l’altro, se non la conoscete, potete sfogliarla on line http://issuu.com/africa/docs/africa_num3_mag-giu2010 oppure chiedere una copia omaggio http://www.missionaridafrica.org/abbonamenti.htm.
Mi fermo qui: se qualcuno vuole scrivermi per farmi delle domande o proposte sarò felice di rispondervi così come sarò contento di leggere qualsiasi cosa mi invierete.