martedì 1 giugno 2010

Ritorno a Beira

Carissimi,

Eccomi qui a Inhamizwa, sobborgo di Beira, dove sono arrivato giovedì scorso dopo due tappe a Lisbona e a Maputo. Ho già descritto la casa (che vedete in foto) e la sua ubicazione a suo tempo, vedi http://claudiozuccala.blogspot.com/2009/12/caldi-tropici.html

Qui vivo con due confratelli: Norbert, francese, che è il coordinatore per la Commissione diocesana di giustizia e pace e fratel Franco, l’amministratore dei Padri Bianchi in Mozambico . Mi sto installando pian piano (anche perché qui aver fretta non risolve nulla e ti procura problemi di fegato) e una delle prime cose da fare è quella di ottenere il permesso di soggiorno (D.I.R.E) prima che scada il visto di 30 giorni che viene dato (a pagamento) a chiunque entri in Mozambico. Oggi ho ottenuto la firma della funzionaria del dipartimento del culto su una delle scartoffie che domani dovrò presentare insieme ad altre all'ufficio dell'immigrazione. Poi, in una maniera molto sossegada, cioè tranquilla, l'iter farà il suo corso. In ogni caso triboliamo molto meno degli immigrati che chiedono un permesso di soggiorno da noi anche se la differenza di contesto è enorme.

Per quel che riguarda il mio inserimento nell’Università, ho già preso contatto con una suora italiana che lavora nella pastorale universitaria e stasera mi ho incontrato una mezza dozzina di giovani studenti che si danno da fare nello stesso ambito nei vari atenei. In questi giorni, tutto sommato, non ho combinato un granché perché messo KO da un potentissimo raffreddore come non ne prendevo da tempo. Se non fossi arrivato da soli 5 giorni penserei che fosse malaria (che invece richiede un minimo di 8 giorni per l'incubazione) da come mi dolgono tutte le giunture delle ossa e dalla febbriciattola iniziale.

Il tempo è decisamente fresco, niente a che vedere con il bagno turco della mia ultima visita a dicembre con Michele e Zeno. Appena arrivato giravo in bermuda e infradito e dormivo con il solo lenzuolo. Da due giorni però sto un gran bene con pantaloni lunghi, calze, scarpe, un maglioncino di cotone e una copertina di notte.

I primi tre giorni pensavo di sognare: niente tagli di corrente, internet a funzionare regolarmente anche qui a 20 km dalla città. Da tre giorni abbiamo dei black out sempre più lunghi anche se quello di oggi e di ieri erano dovuti alla manutenzione della linea che passa attorno alla nostra proprietà. Temo che con l’inizio dei Mondiali rimarremo al buio visto che il Sudafrica succhierà buona parte dell’elettricità prodotta in Mozambico e considerato che là fa freddo di questi tempi. Per non saper né leggere né scrivere ci siamo muniti di un piccolo generatore…

Ieri mattina, alle 3 di notte, è scoppiata una bomba davanti a un negozio in quella che chiamano a Baixa (la parte bassa) della città. Molti danni , tre feriti leggeri e un grosso interrogativo per ora irrisolto davanti a questo avvenimento unico nel suo genere. Non era mai successo niente di simile nemmeno durante la guerra civile.

Venerdì scorso stato a visitare il centro per i bambini di strada Santos inocentes. Ho parlato con Suor Delfina che in questi mesi ha ottenuto un preventivo per lo scavo di un pozzo nella loro proprietà in modo da poter avere libero accesso a tutta l’acqua di cui avranno bisogno, per bere, lavarsi, cucinare, fare il bucato e irrigare l’orto. Fatti due conti è sembrata la soluzione più sensata invece che pagare le multe arretrate, riallacciarsi all’acquedotto e continuare a pagare bollette. Il totale della realizzazione del progetto è di circa 123.000 meticais (il metical è la moneta nazionale: venerdì a Maputo era scambiato a 43,50 per un euro ma con la moneta unica europea un po’ ballerina negli ultimi tempi il cambio non è costante). In ogni caso il costo complessivo è per ora inferiore ai 3.000 euro. Senz’altro si andrà oltre il preventivo perché proprio negli ultimi giorni i carburanti hanno subito un ulteriore aumento (il terzo in 60 giorni!) e questo inevitabilmente porterà ad un innalzamento generalizzato dei prezzi.

In ogni modo grazie ai generosi contributi del Gruppo presepe di Pedemonte (VR) e dei miei vecchi compagni della mitica III G del Maffei abbiamo il necessario anche per fronteggiare eventuali brutte sorprese per quel che riguarda gli aumenti dei prezzi.

Se dovesse avanzare qualcosa c’è già pronta un’altra proposta (qui non si finisce mai!). Suor Delfina è riuscita a trovare i fondi per rimettere a posto il refettorio dei ragazzi che però continuano a mangiare sotto gli alberi (tranne quando piove) perché non ci sono né sedie né tavoli. Ho chiesto di fare un preventivo che vi comunicherò appena sarà in mio possesso. http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/PranzoAlCentroPerRagazziSenzaFamiglia#

Nel frattempo spero di ricevere qualche contributo anche dagli abbonati di Africa, la rivista curata da noi Padri Bianchi in Italia. Tra l’altro, se non la conoscete, potete sfogliarla on line http://issuu.com/africa/docs/africa_num3_mag-giu2010 oppure chiedere una copia omaggio http://www.missionaridafrica.org/abbonamenti.htm.

Mi fermo qui: se qualcuno vuole scrivermi per farmi delle domande o proposte sarò felice di rispondervi così come sarò contento di leggere qualsiasi cosa mi invierete.

giovedì 22 aprile 2010

Arrivederci a sud dello Zambesi

Cari amici,
la data della partenza per il mio ritorno in Mozambico è fissata per il 21 maggi. Partenza da Malpensa, scalo a Lisbona dove mi fermerò fino a lunedì. Arrivo a Maputo martedì 25 e ripartenza per Beira (1.000 km più a nord) il 27.

Molti mi hanno chiesto informazioni sull'Università cattolica del Mozambico dove lavorerò.
Ecco il sito (in inglese) con tutte le informazioni
http://www.ucm.ac.mz/html/main/about.htm

Una volta arrivato vi comunicherò le mie coordinate. Di sicuro manterrò invariato il mio indirizzo di posta elettronica che è c_zuccala@hotmail.com e il mio contatto Skype claudiozuccala
Cercherò anche di tenere aggiornata questa pagina in modo da mantenervi informati.
Nell'ultimo mese ho salutato tanti cari amici, alcuni che ho visto regolarmente in questi anni, altri che ho incontrato di nuovo dopo tanti anni.
A tutti un grazie per il vostro affetto e generosità.

domenica 14 febbraio 2010

Nuove foto

Ho aggiunto due nuovi set di foto. Si chiamano Persone e Kariba. Li trovate al solito link http://www.flickr.com/photos/14735924@N06/sets/

venerdì 12 febbraio 2010

Good bye Zambia

Kariba e il dio fiume

Mercoledì sono tornato sulle sponde del maestoso fiume Zambesi, attraversandolo per la quarta volta nel giro di due mesi. La ragione che mi ha portato fin là (anche se da Lusaka è distante solo 200 km su una buona strada) è stato il desiderio di ammirare la famosa diga (realizzata nella sua prima fase da un’impresa italiana e inaugurata cinquant’anni fa) che sbarra uno dei più grandi fiumi d’Africa e l’immenso lago artificiale (lungo più di 280 km) che si creò a monte.

Chi avesse tempo, volgia e soprattutto interesse può trovare on line un intero libro dedicato all’epica realizzazione cliccando http://www.vajont.info/kariba.html . è un libro che in Italia uscì proprio l’anno in cui fu inaugurata la diga e, anche se datato per quel che riguarda la topografia, (la Rhodesia del Sud è diventata Zimbabwe nel 1980, la Rhodesia del Nord è l’attuale Zambia, etc.) e per il tipo di linguaggio usato, racconta in un modo avvincente “la lotta col dio fiume”.

La costruzione è veramente imponente e il lago si estende ben oltre il limite della vista (5.400 kmq contro i 370 del nostro Garda).

Fammi una foto!

Sia il visitatore passeggero che coloro che qui hanno messo le radici, concordano nel dire che in generale gli Zambiani sono molto socievoli, rispettosi e pronti ad attaccar bottone in un modo accattivante. Dopo la mia breve esperienza aggiungo un'altra caratteristica: amano essere fotografati! Contrariamente ad altri Paesi africani dove la gente o scappa, o si mostra irritata, o chiede soldi per essere fotografata, qui hanno piacere a farsi ritrarre. Mi è capitato varie volte di camminare per strada, al mercato, in città, in una bidonville con la macchina al collo e di sentrimi dire: “Per piacere! Fammi una foto!” Uomini, donne, bambini: tutti compiaciuti di essere inquadrati dall’obiettivo. E non chiedono nemmeno una copia della foto: sono contenti di vedersi, seduta stante, nel display dell’apparecchio digitale.

Oggi torno a Johannesburg. Ancora una settimana e poi attraverserò di nuovo lo Zambesi, in direzione nord, ma questa volta lo farò a 10.000 metri di altezza.

mercoledì 10 febbraio 2010