venerdì 3 dicembre 2010

Incidenti e barbarie

L’occasione per questa amara riflessione mi viene da un paio di incidenti avvenuti sulla strada nazionale numero 6 che passa a 100 metri da casa nostra, e che è una delle principali arterie del paese, e da quello che è successo sul luogo dei sinistri.

In Mozambico non ci sono molti veicoli, se facciamo il paragone, per esempio, col vicino Sudafrica, eppure regolarmente succedono delle stragi sulle strade. Le cause le conosciamo: educazione civica e stradale a livello zero, mercati e mercatini superaffollati e spesso non segnalati a bordo di strade dove sfrecciano a tutta velocità i sempre più numerosi bisonti, la mancanza di dissuasori efficaci per la riduzione della velocità, come dossi artificiali, mezzi sgangherati e privi della più elementare manutenzione, spesso stracolmi di persone che viaggiano in formazione “a grappolo”. Purtroppo, a tutto questo caos, ci si fa lentamente l’abitudine.

Quello che invece continua a farmi fa inorridire è che sulla scena degli incidenti appaiono sempre frotte di sciacalli, pronti ad approfittare al massimo della situazione. Così, mentre uno dei camion si incendiava, dopo averne tamponato un altro fermo in mezzo alla strada e nove persone bruciavano vive, intrappolate nella cabina dove normalmente avrebbe dovuto esserci solo l’autista, un gruppo di presenti si dava da fare per saccheggiare quello che c’era a bordo dei mezzi. E purtroppo questa barbarie non si ferma dentro i confini del Mozambico. Tempo fa la figlia di amici tornava dal Sudafrica, dove era andata a far compere, insieme al fidanzato. Il loro mezzo è stato coinvolto in un grosso incidente, la macchina è uscita di strada e i due sono stati sbalzati dal veicolo. Nel giro di pochi minuti, alcuni abitanti del posto stavano facendo man bassa delle mercanzie sparpagliate sulla sede stradale e dei beni personali dei malcapitati viaggiatori. La ragazza giaceva svenuta nel prato vicino alla strada. Qualcuno, credendola morta, le ha sfilato di dosso il vestito che indossava per rubarlo.

La cosa si è ripetuta sotto i miei occhi alcune settimane fa quando un grosso camion ha sbandato ed è uscito di strada a un paio di chilometri da casa nostra: in men che non si dica c’era una folla che rubava i sacchi di granoturco che trasportava. Più tardi si è saputo che avevano alleggerito del portafoglio e del cellulare l’autista rimasto contuso.

Che fare? In caso di disastri naturali non è raro che si dia alla polizia e all’esercito l’autorizzazione di sparare a vista sugli sciacalli. Ma qui non c’è niente di “naturale” e in ogni caso la polizia arriva sempre sul luogo a saccheggio compiuto

mercoledì 24 novembre 2010

Niente di nuovo sul fronte australe

Ci stiamo avviando velocemente verso la fine dell'anno e le vacanze estive. Le scuole hanno chiuso a fine ottobre (tranne per quelli che hanno gli esami) e riapriranno ai primi di febbraio.
Nessuna grossa novità per quel che riguarda il Paese e questo può essere interpretato in due maniere completamente diverse.
Come era facilmente prevedibile, il termine ultimo per la registrazione delle schede telefoniche per cellulari è slittata a metà gennaio. In molti lo sapevano e non hanno fatto una piega; altri hanno risposto con alacrità e persino preoccupazione all'invito tassativo di registrarsi entro il 15 Novembre (per me questo è inspiegabile), perdendo anche mezza giornata di lavoro in file interminabili. E non è la prima volta che sono gabbati in questo modo.
L'ultima grossa presa in giro era stata la revisione obbligatoria degli autoveicoli (sia detto, assolutamente necessaria visto le bare su 4 ruote che circolano ma assurda così come era stata concepita) scattata a Maputo e presentata come una specie di Giorno del Giudizio. In tanti c'erano cascati perdendo tempo e spendendo soldi per un certificato di idoneità stradale dichiarato invalido poco tempo dopo perchè l'operazione, per essere valida, avrebbe dovuto partire a livello nazionale e non solo nella capitale. Nel frattempo i proprietari dei pochi centri di ispezione degli automezzi ridevano di gusto mentre si avviavano verso la banca più vicina per depositarvi il (troppo) facile guadagno (bottino?)
Volete sapere se ho registrato la mia SIM? Non ve lo dico...provate a indovinare.
Da ultimo grazie a quelli che hanno risposto al mio appello per adottare dei bambini a distanza o per aiutare il centro di accolgienza dove vivono.
Ultime notizie su http://www.santinnocenti.org/
Ha cominciato a piovere, anche se si tratta solo di acquazzoni sparsi che mitigano solo in parte il caldo intenso di questi giorni.
A presto, quando avrò terminato una serie di seminari che sto conducendo con un gruppo di studenti del 3° anno del corso per infermieri per aiutarli a sviluppare capacità di autoverifica critica.

lunedì 4 ottobre 2010

4 ottobre

Oggi è festa nazionale in Mozambico. Si celebra l’anniversario (il 18°) della firma dello storico trattato di pace nel 1992 a Roma, che pose fine a 15 anni di guerra civile fra Frelimo e Renamo. La giornata è bella, la temperatura appena oltre i 30°, una brezza leggera che attenua la calura. Una giornata ideale per andare al mare, come hanno certamente fatto migliaia di persone nella sola città di Beira, fare qualche bagno, parlare del più e del meno e starsene tranquilli. E invece eccomi qui, a casa, a curarmi uno stupido raffreddore che è quanto di più irritante che possa capitare in un fine settimana estivo. Non sarà mica il caso che l’aria dei tropici comincia a farmi male? Oppure che ci sia un indebolimento del sistema immunitario dovuto all'età? Non azzardatevi neppure a pensarlo!

La saga dei cellulari

Da qualche giorno si fa un gran parlare di un decreto legge che rende obbligatoria la registrazione delle schede dei cellulari. Finora infatti si compravano per strada, al prezzo di un euro o gratis se parte di una promozione, senza dover presentare nessun tipo di documentazione. In seguito ai gravi disordini scoppiati a Maputo (la capitale) i primi di settembre, che lasciarono per le strade vari morti e centinaia di feriti, il Governo ha introdotto questa nuova normativa. Perché? Per il fatto che si dice che la sommossa popolare sia stata organizzata e sostenuta a ritmo di sms la cui origine non si può identificare. Il messaggio è chiaro: “Avete osato protestare? E adesso vi diamo noi una regolata!”. Il Governo chiaramente smentisce, affermando che era una misura da tempo allo studio ma la coincidenza è più che sospetta. Il vero problema però sorge dal poco tempo allocato a questa massiccia operazione. Chi non si mette in regola entro il 15 novembre corre infatti il rischio di vedere la propria scheda bloccata. Ora, se fosse vero che gli utenti del pre-pago sono circa 5 milioni (e addirittura gli unici due gestori, Mcel e Vodacom, indicano cifre più alte) e conoscendo le difficoltà organizzative e gestionali di qui, solamente un miracolo permetterà che il processo si svolga entro le poche settimane che rimangono. Anche perché gli stessi gestori, così pronti a bombardare i loro clienti con messaggi promozionali di vario tipo, su questa faccenda se ne stanno misteriosamente zitti. Come se non li riguardasse. Sarà interessante vedere come andrà a finire.

Documenti…d’oro

Un’altra storia (molto più brutta della precedente) è legata all’emissione di nuove carte d’identità, passaporti e permessi di residenza per gli stranieri. La produzione di questi documenti elettronici (che qui chiamano “biometrici”) è stata affidata ad una ditta, la SEMLEX, che ha cominciato ad operare in una paradossale situazione di illegalità in quanto non ancora ufficialmente iscritta all’albo delle imprese operanti in Mozambico! Fin dall’inizio si è gridato allo scandalo per i prezzi altissimi visto che un passaporto è schizzato da 300 a 3mila meticais (cioè da 6 euro a 60) e un DIRE (per la residenza degli stranieri) da circa 2.000 a 24.000! (Io ho schivato per un pelo questo furto legalizzato!). Un’attenta indagine giornalistica ha portato alla ribalta tutta una serie di connivenze ai più alti livelli e una squallida storia di sotterfugi, furfanterie, prepotenze, che ha come protagonisti vari lestofanti che si muovono nelle alte sfere. Uno degli aspetti più incredibili della faccenda, probabilmente unico al mondo e al limite del tragicomico, è che la SEMLEX non solo intasca un’altissima percentuale sulle entrate ma è lei che incamera tutto e poi dà al Governo la parte che gli spetta, invece del contrario! E davanti ad accuse precise e a ricostruzioni dei fatti che non lasciano adito a nessuna presunzione di innocenza, che fa il Governo? Nulla, in genere se ne sta zitto e tira dritto per la sua strada. Oppure risponde in una maniera vaga o negando l’evidenza, incapace di rispondere in modo limpido ai tanti “perché?”. In fondo, se dicesse la verità, dovrebbe far sua la celebre battuta di Sordi nel mitico film Il marchese del Grillo: “Perché? Perché io sono io e voi non siete un c….!”

lunedì 13 settembre 2010



Viaggiare, sì viaggiare (ma come?)
6 settembre 2010



Scrivo queste righe dall’aeroporto di Beira dove sono in attesa del volo per Maputo. L’aeroporto è molto migliorato rispetto al terribile stato in cui era precipitato durante gli anni della guerra. Adesso mi trovo in una sala d'aspetto con tanto di aria condizionata e ci hanno appena comunicato, in maniera forte e chiara, che l’aereo ci sarà, anche se ha fatto un giro tutto diverso dal previsto. Ormai questo succede spesso con i voli interni visto che i vettori sono “cansados” come dicono qui, cioè stanchi e quindi devono riposarsi, magari senza preavviso. Roba da leggenda metropolitana per cercare di spiegare ...l'inspiegabile. Quello su cui mi imbarcherò è un affidabile Boeing 737 che però deve aver percorso 200 milioni di miglia! Per lo meno adesso fanno la manutenzione regolare. Negli anni in cui infuriava la guerra, dicevano che non c’era tempo per farla (e nemmeno il denaro) perché, con le strade e le ferrovie paralizzate, i due aerei della compagnia di bandiera erano sempre in aria (e per aria!). Ma forse anche questa è una leggenda metropolitana… Del resto la LAM (Linhas aereas de Moçambique, conosciute anche come Linhas atrasadas (in ritardo) o malandras (mariuole) o per Late And Maybe!) ha un record di sicurezza impeccabile. Ogni tanto c’è qualche piccolo inconveniente, per rendere la vita più interessante, come è successo un paio di mesi fa ad un mio confratello che ha dovuto saltare da un velivolo. Mentre rullava sulla pista uno di motori si è incendiato e i passeggeri sono stati gentilmente invitati a lanciarsi dagli scivoli di emergenza. Risultato: un ginocchio sbucciato e una storia da raccontare, per alcuni anni a venire, attorno a un buon bicchier di vino.

P.S. Per la cronaca, il volo è arrivato puntuale secondo il nuovo orario modificato in "tempo reale" e siamo partiti senza problemi alla volta della capitale, dove siamo arrivati un’ora dopo.

Maputo: un’isola (non così) felice

Sono a Maputo da 5 giorni e la città è ritornata alla normalità, dopo i gravi disordini di una decina di giorni fa che sono costati la vita (ufficialmente) a 13 persone, causato ferite più o meno gravi (molte da armi da fuoco) ad altre 443 e paralizzato la capitale per due giorni. Le uniche tracce evidenti, oltre a un notevole dispiegamento di polizia e militari, sono alcuni veicoli bruciati, le chiazze nerastre sulle strade, dove sono stati incendiati gli pneumatici che hanno fuso lo strato superficiale dell’asfalto e le decine di lampioni stradali e di semafori messi fuori uso.
Maputo ha così dimostrato quello che realmente è e non l’isola felice che può sembrare al distratto uomo d’affari o al turista di un viaggio organizzato che viene in genere ospitato in hotel a 6 stelle o nelle zone esclusive della città. Una città dove pochi (e fra quei pochi, ci sono tutti i membri del governo e quelli che ricoprono le posizioni al top del partito al potere) godono e fanno sfoggio senza vergogna e senza ritegno di una ricchezza così grande da essere immorale solo per le sue proporzioni e dove molti (soprav)vivono alla giornata.
A Maputo in particolare e nel Paese in generale, una parte della società, costituita da chi gestisce il potere economico e politico è schizofrenica, profondamente malata, e vive, si comporta e parla come se vivesse a New York, Londra e Parigi e non nella capitale di uno dei Paesi più impoveriti del mondo. E dire che alcuni di loro, non tanto tempo fa, avevano combattuto per la libertà di questo popolo e per la realizzazione di una società più giusta e più umana.

Si spiega così la rabbia, il rancore, la perdita di fiducia nei confronti di una classe politica costituitasi in una vera casta, coinvolta in spaventose storie di corruzione e completamente aliena e distante dalla realtà del popolo.
Di fronte alla sommossa, alcuni membri dell'esecutivo se ne sono usciti con risposte insufficienti e addirittura stupide che hanno avuto come unico risultato quello di infiammare ancor di più gli animi. Una settimana dopo, il Governo ha finalmente varato un decreto che riporta molti prezzi (in primis quello dalle pane) a come stavano prima degli ultimi aumenti. Il decreto è valido fino alla fine dell’anno. Poi si vedrà.


(Potenziali) bambini soldato

Nel vedere le immagini dei disordini, sono rimasto molto colpito dal numero di giovani e giovanissimi coinvolto nella costruzione di barricate e nelle scaramucce con le forze dell’ordine. La guerriglia impari di Maputo (con giovani e ragazzi da un lato che lanciavano pietre e oggetti contundenti e, dall’altro, i militari e poliziotti che gli sparavano addosso con fucili a pompa e kalashnikov) ha mostrato chiaramente che nelle città del Mozambico esistono dei vasti eserciti disorganizzati e informali, costituiti dalle migliaia di bambini, ragazzi e giovani senza famiglia, senza lavoro e senza istruzione, pronti a scendere in strada (anche perché molti già ci vivono) per dar battaglia al minimo segnale di disordine e di rivolta.

I ragazzi di strada non sono nati così: lo sono diventati. Resi orfani dall’Aids, che ha portato via i genitori (le statistiche parlano di un milione di bambini/ragazzi in questa categoria), oppure vittime delle separazioni familiari sempre più frequenti in un Paese secondo al mondo per numero di matrimoni prematuri che regolarmente si disfano, lasciando giovani donne con due-tre bambini nella miseria più nera mentre il marito si sistema con qualcuna più giovane e più attraente.
I ragazzi in queste situazioni costituiscono un potenziale e impressionante serbatoio di rivoltosi in potenza. Hanno magari un tozzo di pane giornaliero su cui sopravvivere, ma vivono senza una famiglia e un po’ di affetto, senza istruzione, né sogni, né speranze, e potrebbero in qualsiasi momento paralizzare il Paese, specialmente se guidati da qualche capopopolo astuto e capace. E allora sarebbero in vari a doversi spostare in elicottero tra una città e l'altra e non solamente il presidente Guebuza che ultimamente ha preso gusto ad andarsene in giro in questi zanzaroni d’acciaio (affittati in Sudafrica) in barba alla miseria della sua gente.

Tutti (o quasi) al mare!
Domenica 12 settembre

La giornata è bellissima e decido di trascorrerla al mare. È la prima volta da quando sono arrivato e parto in direzione di Marracuene, a una trentina di km a nord est di Maputo. Per arrivare in spiaggia bisogna attraversare il fiume Inkomati e lì ritrovo il vecchio ferry boat che risale al tempo coloniale. Rabberciato e probabilmente con un nuovo motore, continua a fare la spola tra una riva e l’altra del fiume. Porta 6 macchine alla volta (dipendendo dal livello della marea che qui si fa ben sentire, salirci a volte è un’impresa, soprattutto se uno ha un veicolo basso) più qualche bici e moto, capre, galline e, naturalmente, gente. A volte sorgono dei problemi al ritorno, quando dopo abbondanti bevute sulla spiaggia, qualcuno non vuole aspettare in coda. Scoppiano discussioni animate, condite da urla, improperi e insulti ma difficilmente si viene alle mani anche perché l’equipaggio del ferry si rende utile anche come buttafuori in casi estremi.
In prossimità della spiaggia, noto che, negli ultimi anni, sono sorte varie zone di campeggio (l’ultima volta che sono passato di qui dev’essere stato nel 2000 e ne esisteva una sola ) e mi dirigo verso una di loro. Il posto ha un distinto sapore sudafricano e in effetti scopro che la gestione è in mano a dei connazionali di Mandela. Non c’è molta gente in giro perché l’estate non è ancora cominciata. Supero a piedi l’ultima duna e scendo in spiaggia: la brezza che spira dall’oceano è piacevolmente fresca e l’acqua irresistibilmente invitante. È il primo bagno in mare dal mio arrivo ed è decisamente un'esperienza da ripetere.





Nel pomeriggio assaggio un pesce appena pescato mentre guardo il Gran premio di Monza sul megatelevisore che troneggia nella sala da pranzo del complesso turistico. Impensabile anche solo qualche anno fa.


Di ritorno, celebro l’eucarestia nella chiesa del quartiere Polana, vicino al Seminario, dove ho lavorato negli anni 90. La chiesa, costruita negli anni 60, è interamente di cemento armato ed ha una forma decisamente insolita tanto che è stata ribattezzata da alcuni “lo spremiagrumi”.

giovedì 5 agosto 2010

Tagliati (letteralmente) fuori dal mondo

Il silenzio prolungato è stato di natura… forzata. A metà luglio, un’imbarcazione non meglio identificata, ha tranciato di netto il cavo di fibra ottica sottomarino attraverso il quale passa la quasi totalità delle telecomunicazioni di questo paese. Questa è la versione più attendibile di un incidente già avvenuto nel passato. Purtroppo lungo le coste del Mozambico (lunghe quasi 3.000 km) c’è un via vai di imbarcazioni il cui controllo è molto approssimativo. La marina militare del Mozambico è solo virtuale e con alcune piccole imbarcazioni malridotte e a corto di combustibile non ci provano nemmeno a ostacolare i vari predoni (leggi pescherecci stranieri, soprattutto spagnoli e giapponesi) che, in barba alle leggi internazionali, saccheggiano i fondali ed entrano in zone proibite causando danni di vario tipo. La riparazione dei cavi di fibra ottica adagiati sui fondali marini è un’operazione lunga e complessa e richiede l’intervento di navi attrezzate e di tecnici preparati e quindi è andata bene che siano riusciti a ripristinare i collegamenti nel giro di una decina di giorni o poco più.

Per vedere la ragnatela di cavi che corre attorno al continente africano clicca su http://www.bbcafricaslowdown.com/wp-content/uploads/2009/03/cablemap2.jpg

Attività recenti

Gli ultimi impegni sono stati di natura intellettuale ma non solo. A giugno, nel vicino centro di Nazarè, tenuto dai Padri Bianchi, si è svolta la XV settimana teologica della città di Beira dal titolo “Una chiesa riconciliata, fermento di riconciliazione, giustizia e pace”. Non pensiamo però ad un gruppo di teologi di professione che durante una settimana si sono scervellati sull’argomento; il gruppo di partecipanti era molto eterogeneo e anche la presentazione di uno o dell’altro invitato non ha brillato per volume di ricerca o originalità di pensiero.Tutto sommato è stata un’occasione per ripensare alcuni temi proposti dal Sinodo per l’Africa realizzatosi nell’ottobre scorso e per esplorare piste di implementazione a livello locale. Al sottoscritto è stata chiesta una mattinata di sintesi e di rilancio del dibattito.

In piena zona Cesarini invece la mia partecipazione come moderatore al corso di formazione per agenti di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC) visto che i due moderatori contattati a loro tempo hanno miserabilmente e poco educatamente ritirato la loro partecipazione alla vigilia dell’inizio dei lavori. Il seminario si è svolto durante le due settimane di paralisi delle telecomunicazioni del Paese per cui sono sorte varie difficoltà logistiche. La buona volontà dei partecipanti ha però fatto sì che la sessione proseguisse senza grossi intoppi malgrado altre clamorose defaillance da parte di un paio di oratori che si sono resi uccel di bosco all’ultimo minuto.

Per quel che riguarda l’Università al momento è tutto fermo; quello che era stato concordato adesso è improvvisamente rimesso in discussione (non da me) e quindi aspetto di vederci chiaro prima di pronunciarmi in materia. Continua invece il mio interessamento e coinvolgimento nel centro per bambini senza famiglia tenuto da suor Delfina. Visto che ho abbastanza tempo, stiamo cercando di mettere per iscritto vari progetti urgenti, alcuni dei quali già anticipati su questo blog.

La suora e altre due consorelle sono state aggredite in casa loro una decina di giorni fa da quattro malviventi armati di machete e coltelli che hanno sfondato la porta durante la notte. Nessun danno alle suore ma tutto quello (poco) che c’era di valore in casa è sparito, in particolare più di 500 euro che suor Delfina aveva prelevato in banca quella mattina stessa per le necessità dei ragazzi. Attacchi di questo tipo sono purtroppo diventati abbastanza frequenti nelle zone di periferia poco o per nulla illuminate e dove la polizia brilla per la sua assenza. Anche i ladri rischiano forte però: se acciuffati vengono immediatamente giustiziati dalla folla, a volte in maniere raccappriccianti.

Difficoltà economiche

Malgrado un certo ottimismo presente in vari settori e basato sul potenziale enorme di questo Paese, le ultime settimane hanno visto una svalorizzazione della moneta locale, il metical (al momento un euro vale 48 meticais; ne valeva 43 quando sono arrivato un paio di mesi fa) contro tutte le importanti monete, dal dollaro, che qui la fa da padrone, all’euro, passando per il rand sudafricano. Sono saliti i prezzi di gas e benzina (quest’ultima è aumentata 4 volte a partire da marzo di quest’anno: all’epoca costava 23 meticais al litro, adesso 40) e, dal primo settembre, salirà quello dell’energia elettrica. Va da sé che, a causa dei rincari energetici, tutti i prodotti hanno subito dei ritocchi verso l’alto. Alcuni esperti dicono che ciò riflette l’economia reale del Paese che, anche se è cresciuta del 6,3 %, rimane comunque quello di uno Stato che riceve quasi metà del suo budget da Paesi donatori e che la banca mondiale classifica al 135º posto su 184 Paesi.

Buone Vacanze

Mentre da queste parti si dorme ancora con una copertina e l’estate non dovrebbe cominciare se non fra due o tre mesi, molti di voi saranno invece al mare, ai monti o al lago a godersi delle meritate vacanze. Vi auguro di trascorrerle bene e di ricaricare le batterie fisiche e spirituali. A risentirci su questo spazio, cavi di fibra ottica permettendo!

martedì 6 luglio 2010

50 anni di vita e d’Indipendenze
clicca sulle immagini per ingrandirle
Dall’ultima volta che ho scritto nel mio blog ho raggiunto il mezzo secolo (Grazie a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri e a cui mi sono dimenticato di rispondere). Il 30 giugno del 1960, giorno in cui l’ex Congo belga (oggi Repubblica democratica del Congo) otteneva l’indipendenza, il sottoscritto nasceva nella verdissima Valle Imagna.
Di sicuro il 1960 è stato un anno memorabile nella storia del continente africano. Oltre al Congo divennero indipendenti Benin, Burkina Faso, Camerun, Repubblica centrafricana, Ciad , Congo Brazzaville, Costa d’Avorio, Gabon, Madagascar, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia e Togo. Una data, un destino. Mio e di milioni di africani. A proposito di tutti questi cinquantesimi, delle luci e delle ombre annesse e connesse, è interessante la lettura dell’articolo di Anna Pozzi apparso sul quotidiano Avvenire di domenica scorsa (disponibile online, nell’archivio storico di www.avvenire.it)

Compleanni e pioggia

Il 30 giugno era un giorno lavorativo e io ero impegnato a seguire i lavori della 15ª Settimana teologica in vista della sintesi che mi era stata affidata. (Il tema riprendeva uno dei leit motif del Sinodo per l’Africa: La Chiesa riconciliata fermento di giustizia e di pace) per cui si è deciso di festeggiare di sabato. Fratel Franco aveva preparato un churrasco (grigliata) di prima categoria, eravamo seduti fuori nel cortile di casa nostra e avevo appena tagliato la torta quando, non immaginerete mai, ha cominciato a piovere! Una pioggerellina sottile ma persistente, da campagna inglese, che ci ha costretto per un po’ a ritirarci dentro casa.Da notare che la stagione delle piogge è finita da un pezzo. Ormai è diventato un classico. Quelli che sono venuti alla feste del mio compleanno negli ultimi anni si ricordano senz’altro le fughe precipitose in cerca di riparo sotto rovesci improvvisi al termine di giornate senza nuvole. Persino nell’assolata estate del 2003, l’unica sera in cui cadde un acquazzone coincise con la festa che avevo organizzato nel parco a Treviglio. Qui la pioggia è sempre considerata un segnale di benedizione ma francamente quest’anno ero proprio sicuro di evitarla.

Piccoli passi
Nel frattempo lo scavo del pozzo al centro dei ragazzi di strada è stato completato ma adesso bisogna costruire un piccolo bugigattolo dove sistemare al pompa al riparo delle intemperie. Vi terrò informati. Settimana scorsa ho comperato un Pajero usato (molto usato visto che è del 1991!) da un medico della Cooperazione italiana che è giunto alla fine del contratto e che sembra avere ancora un po’ di vita in sé (il Pajero, chiaro) e adesso posso terrorizzare un po’ di gente per strada e …fuoristrada!
Sto ancora imparando molte cose. Per esempio, alcune operazioni vanno velocissime (passaggio di proprietà della macchina per esempio: due giorni, costo 10 euro!) altre non hanno un tempo quantificabile-un pomeriggio, una giornata, una settimana (vedi scavo del pozzo, apertura di un conto in banca, l’acquisto di un frigo, lo stesso ritiro della posta. Da noi non c’è il postino: si va a ritirare la posta all’ufficio postale dove si affitta una casella postale. Solo che nel nuovo edificio, completato da qualche mese, le caselle sono inagibili perché non ci sono le chiavi. Quindi ci si deve mettere in fila e aspettare che venga setacciata la posta che si trova in uno stanzone. Per evitare danni al fegato abbiamo affidato l’incarico a uno dei nostri lavoratori).

venerdì 18 giugno 2010

Notizie_Novidades_News

Straniero residente

Da ieri sono ufficialmente residente in Mozambico. Ho infatti ottenuto il D.I.R.E (Documento di identità e residenza per gli stranieri) avendolo richiesto come “urgente”una quindicina di giorni fa, seguendo la via “urgente”. Il costo è di circa 40 euro, il documento è valido per 9 anni ma la residenza va rinnovata ogni anno. Naturalmente c’è anche la via “normale” ma richiede tempi lunghissimi e questo tipo di richiesta finisce, stranamente, per perdersi nei meandri burocratici dell’ufficio immigrazione. Meglio pagare qualcosa di più e andare sul sicuro.

Visita al centro di Nhangau

Settimana scorsa ho fatto la mia prima uscita con un gruppo di studenti universitari cattolici. Siamo andati a visitare un gruppo di persone anziane che vivono a una ventina di km fuori città, in un centro di accoglienza. È una specie di casa di riposo sotto forma di un piccolo villaggio. Gli anziani vivono in casette piccole e dignitose; di loro si occupa una specie di previdenza sociale che garantisce cibo, alloggio e cure necessarie. Pochi si trovano lì perché non hanno nessuno che si possa occupare di loro; la maggioranza è composta da cittadini stranieri (soprattutto zimbabweani) senza i mezzi per tornare in patria ( e chi vorrebbe tornare in Zimbabwe in ogni caso viste le condizioni in cui si trova il Paese?) e da mozambicani scacciati dalle loro famiglie perché accusati di stregoneria e quindi visti come un effettivo pericolo per la comunità.

Scopo della visita era semplicemente quello di passare alcune ore con loro offrendogli un piccolo rinfresco. Gli studenti hanno insistito perché celebrassi la messa anche se i cattolici erano una mezza dozzina in un gruppo di una sessantina di persone. Quando l’abbiamo detto ai vecchietti sono rimasti tutti al loro posto dicendo che erano contenti di pregare visto che comunque Dio è uno solo. Di fronte a questa logica disarmante non ho potuto rifiutare. Durante la predica uno degli anziani è intervenuto dicendo che era la reincarnazione di quel Figlio di Dio di cui stavo parlando. Alcuni suoi vicini lo hanno zittito in malo modo ed è stato solo durante la merenda che mi si è avvicinato di nuovo chiedendomi di compatirli perché erano dei poveri diavoli e che io ero il solo in grado di riconoscerlo per quello che era! http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/Nhangau#

Quant’è difficile scavare un pozzo

Visto che, per il momento, ho abbastanza tempo sto cercando di dare una mano a suor Delfina e al suo centro per bambini orfani (vedi http://www.pix-yu.com/zoompix/claudioafrica/wkvntbwrfu93.jpg/3/ ).

L’impresa contattata per scavare il pozzo doveva arrivare giovedì scorso, “prestissimo” secondo loro. Visto che alle 11 non c’era anima viva, li abbiamo chiamati. “Sta piovendo” è stata la loro scusa. La suora non ha battuto ciglio mentre a me prudevano già le mani. “Allora ci vediamo domani?” ha chiesto. “Sorella”- è stata la risposta-“domani è venerdì, ormai è il fine settimana”. Io vedevo rosso ma suor Delfina calma e tranquilla ha aggiunto “ allora a lunedì”. Nuova settimana e i tipi sono arrivati per portare il macchinario ma poi si sono dileguati. Martedì sono riapparsi ma avevano difficoltà a posizionare la trivellatrice perché non possedevano d un mezzo adeguato per il traino. Avendo adocchiato nelle vicinanze una scure che serve per tagliare la legna per la cucina e provando degli inquietanti istinti omicidi, ho detto a suor Delfina che avevo un impegno e di avvisarmi con un sms quando gli artisti avrebbero iniziato la loro performance. Fino a ieri tutto taceva. Gli unici che hanno fatto qualcosa sono stati i ragazzi grandi del centro che hanno scavato una canaletta per le tubazioni. Oggi è arrivato l’sms con l’avviso che l’opera era cominciata. Sono arrivato sul posto un’oretta dopo e già erano cominciati i problemi. Dei due macchinari, uno non funziona al meglio riducendo al potenza dell’altro. E domani è il fine settimana. Ahi! Ahi! Ahi! Clicca qui http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/ScavoPozzo#


Mezzi di trasporto

Sui giornali di qualche tempo fa si parlava che presto diventerà obbligatoria la revisione di tutti i veicoli. Se la cosa divenisse realtà penso che solo il 5 % dei mezzi circolante a Beira avrebbe qualche chance di poter tornare in strada. È inoltre in atto una grande campagna per promuovere la sicurezza sulle strade . Da allora ho cominciato ha prestare attenzione a tutto ciò che si muove su 4 ruote e alle varie fogge di viaggiare della gente. Qui di seguito una breve serie di quello che si vede sulle strade. http://picasaweb.google.it/113807602960586128102/Mezzi_Trasporto#

Energia per i mondiali

Da quando è iniziata la coppa del mondo nel vicino Sudafrica non abbiamo più avuto dei black out prolungati, contrariamente a quello che ci aspettavamo. Anzi, stamattina la luce se n’è andata per una mezzora dopo che l’avevamo ininterrottamente dal 10 di giugno. Spiegazione? Chiunque lavori nell’equivalente dell’Enel di qui ha per lo meno un amico che ha promesso di farlo nero (a legnate) se dovesse mancare l’elettricità durante le partite. Elementare no?