La saga dei visti
È da un mese che mi trovo a Lusaka. Tra l’altro ieri sono andato a rinnovare il mio visto perché chi di dovere non si è ancora mosso per farmi avere un permesso di soggiorno. Il fatto è che il visto con cui ero entrato non prevedeva un rinnovo e quindi, in teoria, oggi avrei dovuto fare le valigie e andarmene. Ma il personale dell’Ufficio immigrazione è stato molto carino. Con molta calma, ma davvero molta!, si sono consultati e hanno cominciato a scartabellare faldoni enormi, (continuamente interrotti da squilli di telefono, gente che arrivava con altre richieste, commenti sul tempo, pettegolezzi, episodi ilari e altro ancora). Un ufficiale mi ha offerto delle noccioline e un altro una bottiglia di acqua minerale. E dopo un’oretta avevo un timbro nel passaporto e un altro mese come “legal immigrant” in Zambia. Non credo che molti stranieri vengano trattati così nelle patrie questure! E speriamo che in questo mese chi deve muoversi per farmi avere il permesso si muova!
Arrivederci Mozambico
Sono partito da Beira la vigilia di Natale. Novembre e dicembre sono stati mesi caldissimi e molto occupati, con la fine dei corsi alla Cattolica, gli esami, la cerimonia di consegna dei diplomi, gli impegni con l’orfanatrofio Santi Innocenti,il trasloco e gli addii.
Lusaka si trova a meno di 1000 km in linea d’aria da Beira ma non ci sono collegamenti diretti e in macchina diventa complicato perché bisogna attraversare due frontiere (c’è lo Zimbabwe in mezzo) con i ritardi che questi passaggi obbligati comportano. In ogni caso penso di tornarci un paio di volte l’anno anche perché intendo continuare il mio sostegno al centro Santi Innocenti. Ne approfitto qui per ringraziare tutti quelli che hanno mandato offerte per adozioni a distanza o per contribuire a mettere il cibo in tavola ogni giorno. La vostra generosità è sempre un piccolo miracolo di bontà che si rinnova. Per ogni richiesta, conferma, informazione vi ricordo la mia mail: c_zuccala@hotmail.com
Non un addio quindi ma un arrivederci. Chissà, fra qualche anno le cose potrebbero cambiare in meglio, i Padri Bianchi potrebbero avere le idee più chiare su quello che possono offrire alla chiesa del luogo e magari in un luogo un po’ più salubre che Beira e dintorni. E allora, se non andrò in pensione alle Mauritius, può sempre darsi che ritorni a lavorare nella “perla dell’Oceano Indiano”.
L'orfanatrofio
Negli ultimi due mesi di permanenza e approfittando dell’avvicinarsi del Natale, ho contattato una serie di imprese, fabbriche e associazioni per chiedere una mano per l’orfanatrofio. La risposta è stata incoraggiante: non solo abbiamo ricevuto denaro, cibo, medicine, indumenti e materiale scolastico ma anche qualche offerta di impiego per i giovani più grandi che possono già dare un piccolo contributo e costruire il loro futuro. Grazie a email, skype e altro posso anche mantenere i contatti a distanza. Beira è una città che pur tra mille difficoltà e problemi mostra segni di sviluppo ( anche se i benefici sono solo per una élite molto ristretta) e ci sono entità sul posto che possono dare una mano. L’importante è bussare a tutte le porte con il risultato che ogni tanto se ne apre qualcuna.
Per il cenone di Natale sono stato da Nicky e Steven (che anni fa mi regalarono un soggiorno fantastico nel Sussusvlei Lodge, nel deserto della Namibia)in compagnia dei loro parenti e amici. Il giorno seguente invece l’appuntamento era a casa di Annette e Andrea (dov’ero ospitato) per un braai, la tipica grigliata sudafricana ma con un vari ritocchi di pura marca italiana visto che Andrea ha le sue radici in Italia essendo figlio di un toscano e di una pugliese. C’è stato qualche tuono e una spruzzatina di pioggia (tipico temporale estivo da quelle parti, a 1700 mt di altezza) ma la festa non è stata minimamente rovinata. Io poi alle grigliate interrotte dalla pioggia ho fatto il callo!
Dopo alcuni giorni a Johannesburg ho raggiunto i cari Craig e Vanessa e le loro vivacissime e graziose bimbe a Zinkwazi, una piccola stazione balneare distante un’ottantina di km dall’importante città portuale di Durban. Sono stati giorni di assoluto relax e di piacevole divertimento .
Campo base a Lusaka
Qui ho raggiunto la comunità che si occupa del centro
“Fenza”. Ci troviamo in periferia ma non troppo, nel senso che la città si sta estendendo tanto rapidamente che non c’è soluzione di continuità tra il centro e la perifeira. E in effetti Lusaka, pur essendo al capitale, non ha un vero e proprio centro ma vari punti pulsanti dove c’è movimento dovuto a varie attività: lavoro, compere, divertimento. Fenza è un’istituzione dei Padri Bianchi,aperta 5-6 anni fa, che si propone di favorire il dialogo e l’incontro ecumenico e culturale tra le varie chiese e sette presenti in Zambia ma non solo. Abbiamo anche una biblioteca ben fornita nei campi della spiritualità, religioni e storia della Chiesa, un archivio con materiale inedito sull’inizio della chiesa in Zambi e vari ambienti per incontri, conferenze, seminari etc.
Offriamo anche corsi di lingua per i due idiomi più comuni nel paese (CiNyanja e CiBemba) e un’introduzione agli usi e costumi locali per coloro che arrivano per la prima volta in Zambia. In comunità siamo in quattro, gli altri tre sono due tedeschi e uno zambiano.
Pur non essendo parte dello staff del Centro, cerco di dare una mano quando mi viene richiesto. Per quel che riguarda il mio ruolo di Coordinatore dovrò fare un lungo lavoro di preparazione prima di capire bene come muovermi. Il primo passo in questo senso è la preparazione di un seminario che avrà luogo dal 19 al 24 marzo qui a Lusaka e che mi darà la possibilità di incontrare i confratelli che sono impegnati nei settori di giustizia e pace, incontro e dialogo, rispetto per il creato, di conoscere le loro attività e di evidenziare i punti più importanti.
Pochi minuti fa Bauleni, il popoloso e popolare rione che si estende oltre il nostro muro di cinta, è esploso. Di gioia e soddisfazione. La nazionale zambiana conosciuta come Chipolopolo (pallottola, proiettile) ha sconfitto, un po’ a sorpresa, il Ghana ed ha prenotato un posto nella finale della Coppa delle Nazioni Africane. La festa continuerà certamente fino a notte fonda e sarà di sicuro il delirio se lo Zambia dovesse emergere trionfante dalla finale che si giocherà domenica in Libreville, la capitale del Gabon. Fu proprio vicino a quella città che nel 1993 l'intera nazionale zambiana perì in un incidente aereo. Lo Zambia era allenata fino a pochi mesi fa dall’italiano Dario Bonetti che portò l’undici zambiano alla fase finale del torneo in corso ma che venne poi misteriosamente silurato 48 ore dopo aver conseguito quell’importante traguardo.